Na o Geri ne italisht
Intercettata a Torino una conversazione choc tra un giovane universitario e un reclutatore
«Sono pronto a farmi esplodere»
giovanni monaco
Pronto a farsi esplodere a Torino, nel bel mezzo della città che lo ha accolto e lo ha fatto studiare. È questa la storia di un ventunenne albanese che, intercettato dai nostri Servizi, ha dichiarato ad un reclutatore di kamikaze torinese già sotto controllo: «Sono deciso a farmi esplodere come i fratelli musulmani di Londra, ditemi dove e quando. Allah è grande». A raccontare la storia in esclusiva, è stato ieri il quotidiano Torino Cronaca, unica voce stonata in un panorama editoriale che parla solo delle badanti e della multiculturalità.
Fanatismo, ferocia, follia, certo. Ma anche emulazione. Perché, secondo gli inquirenti della Direzione Centrale per la Polizia di Prevenzione, sarebbero proprio i fatti di Londra ad aver ispirato questo studente universitario. Il ragazzo, tra l’altro, è in Piemonte soltanto da un anno; si è iscritto ad una facoltà umanistica, grazie all’accordo tra Italia ed Albania che riconosce anche da noi la maturità presa nel suo paese. È poi andato a vivere dagli zii, che risiedono in Val di Susa, un tiro di schioppo da Torino e dall’Università. Secondo il segretario nazionale della Lega Nord Piemont, Roberto Cota, «dobbiamo renderci conto, senza buonismo e ipocrisia, che siamo arrivati a uno scontro di civiltà e a una guerra dichiarata all’Occidente. Non entro nel merito del fatto specifico, ma in generale queste notizie di cronaca evidenziano che bisogna effettuare controlli mirati sui cittadini musulmani. È vero che non tutti i musulmani sono terroristi, ma è certo che tutti i terroristi sono musulmani».
Indignato e perplesso anche l’eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio: «La vicenda di Torino - afferma - apre uno squarcio finora inedito sulla realtà della presenza nella nostra città, come probabilmente altrove in Italia, di “guerrieri di Allah” pronti a ripetere le “gesta” di Madrid e di Londra e di Sharm el Sheikh. Coloro che a fronte delle richieste leghiste di misure incisive per bloccare i terroristi - continua il parlamentare - si perdono nelle inutili e pretestuose polemiche o, peggio, si trastullano con le proposte del voto agli immigrati, sono avvertiti: i kamikaze sono oramai fra noi, pronti a colpire le nostre città».
Si tratta di un pericolo subdolo, che può arrivare da qualsiasi parte, anche da un ragazzo che in fondo le nostre leggi e le nostre istituzioni hanno coccolato, aiutandolo negli studi e offrendogli la possibilità di un futuro migliore. Se l’albanese non avesse telefonato ad un soggetto già sotto intercettazione, avrebbe potuto tranquillamente proseguire nel suo intento. Andrea Miola, il giornalista autore dello scoop, sottolinea un particolare che in questa vicenda sa di beffa: «Il Pm Onelio Dodero, titolare dell’inchiesta, sta valutando il da farsi. Ma sarà molto difficile poter incriminare il giovane albanese, perché per le nostre leggi non esisterebbero capi d’imputazione per fattispecie simili. Non basta la volontà dichiarata di mettere una bomba, bisogna dimostrare in modo concreto che il soggetto stia per compiere un attentato».
Però, almeno per espellere chi è pronto a simili follie, ci si augura che questo possa bastare.
[Data pubblicazione: 29/07/2005]
http://www.lapadania.com/PadaniaOnLi...Desc=44992,1,1
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