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Aristotile al dire di Suida, dice che a Dodona ci eran due Colonne, sopra delle quali eravi un Bacile di rame, e sull'altra la Statua d'un Bambino che teneva in mano un flagello, le di cui corde essendo anch'esse di rame facevano strepito sul Bacile, allorche il vento le spingea.
L'oracolo di Giove Dodoneo e tutto circondato di Bacili, e che subito che si urta uno di loro, questo movimento si comunica in giro a tutti gli altri, e s'ode uno strepito che dura a lungo. Dicon altri, che ci fosse una Quercia risuonante, che scuoteva i rami, e le foglie, quando si consultava l'Oracolo, e che dichiarava i suoi ordini per bocca delle Sacerdotesse, chiamate Dodonide.
(Lat. Bacillum che significa piccolo bastone, bacili- vazo terrakote per lavarsi=shenim i Javan)
Si vede bene da tuttocio, che in Dodona non v'era niente di fisso, se non lo strepito che s'udiva al di fuori ; ma perche non si vedeva il luogo interno dell'Oracolo, non si sapeva se non per conghietture, o per la relazione infedele dei Sacerdoti, la cagione di questo strepito.
Si trova pero nelle Storie, che alcune persone hanno avuto il privilegio d'entrare in costei Santuari: ma non erano persone meno considerabili d'un Alessandro, e d'un Vespasiano.
Strabone ha ricavato da Callistene, che Alessandro entro solo col Sacerdote nel Santuario d'Amone, e che tutti gli altri non sentiron l'Oracolo se non di fuori.
Tacito dice pure, che Vespasiano mentre era in Alessandria, pieno gia di disegni sull'Imprero, volle consultare l'Oracolo di Serapide; ma che prima fece uscir tuti fuori dal Tempio. Forse cio non ostante non pose piede nel Santuario.
A questo conto gli esempi d'un tal privilegio sarebon rarissimi; perche il mio Autore confessa di non saperne altri, fuori di questi due, quando non vegliamo aggingervi cio che Tacito racconta di Tito, a cui il Sacerdote della Venere di Paso, non volle scoprire se non in secrete, molte cose, che appartenevano ai disegni, che allora aveva in capo: ma quest'Esempio prova meno ancora di quello di Vespassiano la liberta che i Sacerdoti accordavano ai Grandi d'Entrare nel Santuario dei loro Tempi.
Era sicuramente necessario un gran credito, per obbilgarli a confidare i loro Misteri, e inoltre non li confidavano se non ai Principi naturalmente impegnati a custodire il Secreto, e che nelle circostanze, in cui si trovavano, evevano qualche ragione particolare di sostenere l'Oracolo nel suo credito.
In questi tenebrosi Santuari erano nascoste tutte le macchine dei Sacerdoti, i quali entravano per soterranei condotti.
Rusino ci descrive il Tempio di Serapide tutto pieno di strade soterre: e per apportare una testimonanza piu forte ancor della suo, la Sacra Scrittura istessa ci fa sapere come Daniele scopri l'Impostura dei Sacerdoti di Belo, i quali sapevano rientrar molo bene con secretezza nel loro Tempio, per prendere le gia offerte Vivande.
Le Volte de' Santuari ingrossavan la voce, e facevano un rimbombo, che imprimeva terrore. Pero leggiamo in tutti i Poeti, che la Pizia mandava fiori una voce piu che umana: forse le Trombe parlanti, che invigoriscono il suono, non erano allora del tutto ignore; e il Cavagliere Morland non ha sorse altro fatto, se non rinnovare un Secrete, che i Sacerdoti Pagani seppero prima di lui, e da cui vollero cavare piuttosto utile non pubblicandolo che onore col pubblicarlo. Almeno il Padre Kircher assicura, che Alessandro aveva una di queste trombe, con cui si faceva sentire da tutta la sua Armata nel tempo istesso.
Il numero degli Oracoli che si rendevano in sogno e molto grande. Il piu famoso di tutti gli Oracoli di questo sorta, era quello di Trosonio nelkla Beozia. Trosonio non era che un semplice Eroe; ma i suoi Oracoli si rendevano con piu cerimonie di quellli di qalsivoglia altro Nume. Pausania, che in persona ando a consultarlo, ce ne ha lasciata una descrizione molto ampia, di cui io credo che si ricevera qui volentiere un esatto compendio.
Prima di discendere nella spelonca di Trosonio, bisognava passare un certo numero di giorni in una piccola Capella, che chiamavasi della buona Fortuna, e del buon Genio. In questo tempo si ricevano Espiazione d'ogni Spezie, non facevasi uso di acque calde, si lavava sovente il suo corpo nel FIUME HIRCINA, si sacrificava a Trosonio, e a tutta la sua famiglia, ad Apollo, a Giove SOPRANOMINATO RE, a Saturno, a Giunone, ad una Cerere Europa, che era stata nutrice di Trosonio, e non si mangiava altro, che carni sacrificate. I sacerdoti probabilmente vavecano anc essi d'altra cosa. Bisognava CONSULTAR le viscere di tutte le VITTIME, per vedere se Trosonio si contentava, che si discendesse nella sua grotta: ma quand' anche le Vittime fossero state tutte piu faulte del Mondo, questo era un niente; le viscere, che decidevano, eran quelle d'un certo ARIETE, che s'immolava in ultimo luogo.
Se erano favorevoli, vi menavan la notte al fiume Hircina. La(ATJE) due fanciulli di dodici o tredici annio v'ungecvano d'olio tutto il Corpo. Indi eravate condotto fino alla sorgente del Fiume, e vi si faceva bevere due forte d'acqua, quella del FIUME LETE, che scancelava della vostra mente tutti i pensiere profani, di cui prima era piena, e quella di MNEMOSINA, che aveva virtu di farvi ritenere quanto dovevevate vedere nell'Antro sacro. Dopo tutti questi preparativi, vi si faceva vedere la Statua di Trosonio, a cui porgevate le vostre suppliche; vi coprivano d'una Tonaca di lino, vi mettevano intorno certe sacre bende, e finalmente andavate all'oracolo.
L'Oracolo era sopra una Montagna, in un recinto fatto di pietre bianche, su cui s'alzavano Obelichi di rame. In questo recinto era una caverna a foggia d'un forno, fatto a scarpello. Quivi aprivasi un pertugio assai stretto, in cui discendavasi non per gradini, ma per picole scale.Quando vi si era dentro, trovavasi un altra caverna piccola, l'ingresso della quale era stretissimo.
Bosognava distendersi in terra, prendere nell'una e nell'altra mano certe paste di mele, senza le quali non potevasi entrare, si mettevano i piedi nella piccolo grotta, e i un baleno sentivate tirarvi dentro, con forza e prestezza grande.
La detro palasevasi l'avvenire, ma non a tutti nella stessa maniera. Gli uni vedevano, gli altri ascoltavano. Voi uscivate dall'Antro disteso in terra, come eravate entrato, e co'piedi innanzi. Subito eravete posto nella Sedia di Memnosina, e vi si domandava quanto avevate veduto, od inteso. Di la eravate condotto di nuovo nella Capella del buon Genio, tutto ancora stordita e fuori di Voi.
Tornavate in Voi a poco a poco, e ricominciate a poter ridere, perche fino alllora la grandezza dei Misteri, e la Divinita onde eravate pieno, ve laevavano impedito. Quanto a me parmi, che non avrei tardato tanto a ridere.
Pausania, dice, non esservi mai stato uomo fuori d'uno, il quale sia entrato nell'Antro di Trofonio(ka gjasa te jete Trosonio) e non siane uscito.
Costui era uno Spione, che Demetrio vi mando, per vedere se ci fosse in quel sacro liogo alcuna cosa da saccheggiare.
L'istoria dello Spione di Demetrio ci dimostra che non v'era sicurezza nell'Antro per coloro che non erano di buona intenzione; e di piu che aoltre l'apertura sacra nota ea tuti, l"antro ne aveva una secreta, che i soli Sacerdoti sapevano.
Quando sentivasi trascionato per i piedi, erasi senza dubbio tirato da corde; ne si poteva accorgerne mettendovi le mani, perche erano imbarazzate con le paste di mele, che non bisognava lasciarli cadere.
Quelle caverne potevano esser piene di profumi, e di odori che turbassero il cervello; quelle acque di Lete, e di Mnemosina potevano essere preparate per l'istesso efetto.
Gli Spartani andarono un giorno a consultare le sorti di Dodona sopra qualche guerra, ch'erano per intraprendere; perche oltre le Quercie parlantii e le Colombe, e i Basili, e l'Oracolo, v'erano a Dodona ancora le Sorti.
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