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Duke shfaqur rezultatin 21 deri 30 prej 42
  1. #21
    i/e regjistruar
    Anėtarėsuar
    19-06-2004
    Postime
    6,056
    Rabindranath Tagore


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    Concedi ch'io possa sedere
    per un momento al tuo fianco.
    Le opere cui sto attendendo
    potrņ finirle pił tardi.

    Lontano dalla vista del tuo volto
    non conosco né tregua né riposo
    e il mio lavoro
    diventa una pena senza fine
    in un mare sconfinato di dolori.

    Oggi l'estate č venuta
    alla mia finestra
    con i suoi sussurri e sospiri,
    le api fanno i menestrelli
    alla corte del boschetto in fiore.

    Ora č tempo di sedere tranquilli
    a faccia a faccia con te
    e di cantare la consacrazione
    della mia vita
    in questa calma straripante e silenziosa

  2. #22
    i/e regjistruar
    Anėtarėsuar
    19-06-2004
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    Rabindranath Tagore


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    6



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    Cogli questo piccolo fiore
    e prendilo. Non indugiare!
    Temo che esso appassisca
    e cada nella polvere.

    Non so se potrą trovare
    posto nella tua ghirlanda
    ma onoralo con la carezza pietosa
    della tua mano - e coglilo.

    Temo che il giorno finisca
    prima del mio risveglio
    e passi l'ora dell'offerta.

    Anche se il colore č pallido
    e tenue č il suo profumo
    serviti di questo fiore
    finché c'č tempo - e coglilo.

  3. #23
    i/e regjistruar
    Anėtarėsuar
    19-06-2004
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    Rabindranath Tagore


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    7



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    Il mio canto ha deposto ogni artificio.
    Non sfoggia splendide vesti
    né ornamenti fastosi:
    non farebbero che separarci
    l'uno dall'altro, e il loro clamore
    coprirebbe quello che sussurri.

    La mia vanitą di poeta
    alla tua vista muore di vergogna.
    O sommo poeta,
    mi sono seduto ai tuoi piedi.
    Voglio rendere semplice e schietta
    tutta la mia vita,
    come un flauto di canna
    che tu possa riempire di musica

  4. #24
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    Anėtarėsuar
    19-06-2004
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    Rabindranath Tagore


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    Il bambino adorno eli vesti principesche,
    con al collo monili ingemmati,
    perde ogni piacere nel gioco,
    la sua veste lo impaccia a ogni passo.

    Per paura che si possa stracciare
    o che s'imbratti di polvere
    si tiene appartato dal mondo
    e ha timore persino di muoversi.

    Madre, a che vale
    tutta questa eleganza
    se ci tiene lontani dalla salutare
    polvere di questa terra,
    se ci priva del diritto d'entrare
    nella grande festa del mondo

  5. #25
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    Anėtarėsuar
    19-06-2004
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    Rabindranath Tagore


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    O stolto, che cerchi di portare
    te stesso sulle tue spalle!
    Mendicante, che vieni a mendicare
    alla porta della tua casa!

    Deponi ogni fardello in queste mani
    che tutto sanno sopportare,
    non voltarti mai indietro a guardare
    il passato, con rimpianto.

    Il desiderio subito spegne
    la fiamma d'ogni lampada che sfiora.
    E' empio - non prendere doni
    dalle sue mani impure.
    Accetta soltanto
    quello ch'č offerto dall'amore.

  6. #26
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    Anėtarėsuar
    19-06-2004
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    Rabindranath Tagore

    http://www.sabon.org/tagore/tagore.jpg


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    Qui č il tuo sgabello
    e qui riposa i tuoi piedi
    dove vivono i pił poveri,
    i pił umili, i perduti.

    Quando a te io cerco d'inchinarmi,
    la mia riverenza non riesce ad arrivare
    tanto in basso dove i tuoi piedi
    riposano tra i pił poveri,
    i pił umili, i perduti.

    L'orgoglio non si puņ accostare
    dove tu cammini, indossando
    le vesti dei pił poveri,
    dei pił umili e dei perduti.

    Il mio cuore non riesce a trovare
    la strada per scendere laggił
    dove tu ti accompagni a coloro che non hanno
    compagni, tra i pił poveri,
    i pił umili, e i perduti.

  7. #27
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    19-06-2004
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    Rabindranath Tagore


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    Smettila di cantare i tuoi inni,
    di recitare le tue orazioni!
    Chi adori in quest'angolo buio
    e solitario d'un tempio
    le cui porte sono tutte chiuse?
    Apri i tuoi occhi e guarda:
    non č qui il tuo Dio.

    E' lą dove l'aratore
    ara la dura terra,
    dove lo spaccapietre
    lavora alla strada.
    E' con loro nel sole e nella pioggia,
    la sua veste č coperta di polvere.
    Levati il manto sacro
    e scendi con lui nella polvere.

    Liberazione?
    Dove credi di poter trovare
    liberazione?
    li tuo stesso signore
    ha preso su di sé lietamente
    i legami della creazione -
    č legato a noi tutti per sempre.

    Lascia le tue meditazioni,
    abbandona l'incenso e i tuoi fiori!
    Che male c'č se le tue vesti
    diventano sporche e stracciate?
    Va incontro a lui,
    sta presso di lui
    nel lavoro e nel sudore della fronte.

  8. #28
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    A lungo durerą il mio viaggio
    e lunga č la via da percorrere.

    Uscii sul mio carro ai primi albori
    dei giorno, e proseguii il mio viaggio
    attraverso i deserti dei mondo
    lasciai la mia traccia
    su molte stelle e pianeti.

    Sono le vie pił remote
    che portano pił vicino a te stesso;
    č con lo studio pił arduo che si ottiene
    la semplicitą d'una melodia.

    Il viandante deve bussare
    a molte porte straniere
    per arrivare alla sua,
    e bisogna viaggiare
    per tutti i mondi esteriori
    per giungere infine al sacrario
    pił segreto all'interno del cuore.

    I miei occhi vagarono lontano
    prima che li chiudessi dicendo:
    «Eccoti!»

    Il grido e la domanda: «Dove?»
    si sciolgono nelle lacrime
    di mille fiumi e inondano il mondo
    con la certezza: « lo sono

  9. #29
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    Rabindranath Tagore


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    Servo Abbi mercé del tuo servo, mia regina!
    Regina. La riunione č finita, e tutti i miei servi sono andati via. Perché tu vieni a questa tarda ora? la mia ora.
    Servo. Quando hai finito con gli altri, allora viene Vengo a chiederti cosa rimane per il tuo ultimo servo.
    Regina. Che speri di ottenere, quando č troppo tardi?
    Servo. Fammi giardiniere del tuo giardino di fiori.
    Regina. Che follia č questa?
    Servo. Rinuncerņ a ogni altro mio lavoro. Getterņ nella polvere le mie lance e le mie spade. Non inviarmi in Corti lontane; non ordinarmi di compiere nuove conquiste. Ma fammi giardiniere del tuo giardino di fiori.
    Regina. Quali saranno i tuoi doveri?
    Servo. Servģrti nei tuoi giorni d'ozio. Manterrņ fresco il sentiero erboso dove tu cammini al mattino, dove a ogni passo i tuoi piedi saranno salutati con lodi da fiori anelanti di morire.
    Ti dondolerņ su un'altalena tra i rami del saptaparna, dove la prima luna della sera lotterą tra le foglie per baciarti l'orlo della gonna.
    Riempirņ d'olio profumato la lampada che arde accanto al tuo letto, e ornerņ lo sgabello dove posi i piedi con meravigliosi disegni, fatti con impasto di sandalo e zafferano.
    Regina. E cosa chiedi come ricompensa?
    Servo Di poter stringere i tuoi piccoli pugni simili a teneri bocciuoli di loto e intrecciare ai tuoi polsi ghirlande di fiori; di tingerti le piante dei piedi col rosso succo dei petali di ashoka e togliere con i miei baci i granelli di polvere che potranno posarvisi.
    Regina. Le tue preghiere sono esaudite, mio servo, sarai il giardiniere del mio giardino di fiori.

  10. #30
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    Oh, poeta, la sera s'avvicina;
    i tuoi capelli diventano grigi.
    Nel tuo meditare solitario
    odi il messaggio dell'aldilą?

    « E' sera », rispose il poeta,
    « e sto in ascolto perché dal villaggio
    qualcuno potrebbe chiamarmi,
    sebbene l'ora sia tarda.
    Osservo se i giovani cuori vagabondi
    s'incontrano, e due paia d'occhi supplicanti
    chiedono che la mia musica
    rompa il loro silenzio
    e parli per loro.
    Chi tesserą i loro canti appassionati,
    se io siedo sulla riva della vita
    contemplando la morte e l'aldilą? »

    « Gią tramonta la stella della sera.
    Il fuoco d'una pira funeraria
    muore lentamente
    presso il fiume silenzioso.
    Dal cortile d'una casa deserta
    gli sciacalli urlano in coro
    alla luce della luna sfinita.
    Se un viandante, lasciando la casa,
    viene qui a contemplare la notte
    e ad ascoltare a testa china
    il mormorio dell'oscuritą,
    chi gli sussurrerą i segreti della vita
    se io, chiudendo le mie porte,
    cercassi di liberarmi
    dai legami mortali? »

    « Poco importa se i miei capelli diventano grigi.
    Sono sempre giovane e vecchio
    Come il pił giovane e il pił vecchio
    di questo villaggio.
    Alcuni hanno negli occhi sorrisi
    semplici e dolci,
    alcuni un furbesco ammiccare.
    Alcuni piangono alla luce del giorno,
    altri piangono in segreto nel buio.
    Hanno tutti bisogno di me,
    e non ho tempo
    di rimuginare sull'eternitą.
    Ho la stessa etą di ciascuno,
    e cosa importa
    se i miei capelli diventano grigi? »

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