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Faqja 0 prej 23 FillimFillim 1210 ... FunditFundit
Duke shfaqur rezultatin -9 deri 0 prej 230
  1. #1
    i/e regjistruar Maska e leci
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    14-01-2003
    Vendndodhja
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    Krijime ne italisht

    Duke pare se ne kete cep te forumit shkojne te modes kendet,thashe ta hap edhe une nje :)
    Ketu do tju sjell pjese nga letersia italiane poezi dhe fragmente librash dhe pse jo edhe ndonje pjese te shkruar nga une.
    Dua te filloj me nje liber qe eshte shume i shtrenjte per mua.

    Poezia italiana del novecento
    Marinetti,Cavacchioli,Folgore,Buzzi,Fillia,Onofri, Ungaretti,Montale,Luzzi,Pavese,Pasolini jane disa nga poetet,shkrimet e te cileve bejne pjese ne kete liber.

    Po filloj me:

    Sensazione notturna-Fillia

    Desiderio vagabondo di noia notturna(dopo aver visto affogare un tramonto verde dietro il bicchieredi menta in un caffe di musica crepuscolare) attraverso il giardino di cosmopoli dove i fiori casti delle case sospendono sui viali in movimento frutti elettrici di lampadine.

    Fantasie decorative scomposte a quadri di vita dalla sensibilitą pittorica del colore che carica di viola pesante e di nero sensuale la calda parete cesellata delle femmine brune.

    Simultaneitą di architetture simmetriche(come scienziati invisibili che tracciano sulla parete nera del cielo con i compassi e le squadre del chiaro e dello scuro,problemi cubici di geometria) mentre trams (dadi a colori lanciati dal gioco degli uomini) attraversano i canali lucidi delle strade,sopra ponti paralleli di acciaio,tenendosi in equilibrio (con mani tisiche) ai fili elettrici brillanti.

    Serenate blu di fanalini sensibili (tra scomposizioni inclinate di linee rette) per divertire la gente,giocattoli umani di sgualdrine bionde,che sognano,con occhi violenti,furori bianchi di letto.

    La mia poesia č la musica sensibile che canta la pesantezza di grotte nere dove bianche forme di vergini danzano nude attorno a un enorme teschio rosso.
    La mia poesia č la sensazione scattante di tutte le civiltą elettricamente elastiche fino a coprire con pazzi assalti violetti i chiarori in penombra del passato.
    La mia poesia č la febbre dell'uomo che sente nel desiderio enorme della violenza e della conquista di una sensibilitą colorata di emozioni nuove.
    Ndryshuar pėr herė tė fundit nga leci : 01-02-2005 mė 15:05
    Quod timor cladis.
    Sed intuitum amet elit vitae est

  2. #2
    i/e regjistruar Maska e leci
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    Interno-Mario Luzzi

    Si filtra le domeniche di sole nelle valli
    nascoste,si sciama,se ne torna
    paghi con fiori e tirsi da mettere nei vasi
    agli angoli o alla luce dei vetri sulla madia

    Perdo il segno di questo libro aperto
    dei mesi,degli anni.Rido,vedo
    se levo il capo due finestre vive
    dove vibra l'attesa delle rondini
    e te che innalzi questi trofei lievi.

    Un giorno quale giorno?tra questa primavera
    e quest'inverno,un anno tra i tanti anni,
    tu ed io e tra noi due nostro figlio,
    da stanza a stanza questo lume limpido.
    Quod timor cladis.
    Sed intuitum amet elit vitae est

  3. #3
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    Settembre a Venezia-Cardarelli

    Gią di settembre imbrunano
    a Venezia i crepuscoli precoci
    e di gramaglie vestono le pietre.
    Dardeggia il sole l'ultimo suo raggio
    sugli ori dei mosaici ed accende
    fuochi di paglia,effimera bellezza.
    E cheta,dietro le Procuratie,
    sorge intanto la luna.
    Luci festive ed argentate ridono,
    van discorrendo trepide e lontane
    nell'aria fredda e bruna.
    Io le guardo ammaliato.
    Forse pił tardi mi ricorderņ
    di queste grandi sere
    che son leste a venire,
    e pił belle,pił vive le lor luci,
    che ora un pņ mi disperano
    (sempre da me cosi fuori e distanti),
    torneranno a brillare
    nella mia fantasia.
    E sarą vera calma
    felicitą la mia.
    Quod timor cladis.
    Sed intuitum amet elit vitae est

  4. #4
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    Diana,risveglio-Mario Luzzi


    Il vento sparso luccica tra i fiumi
    della pianura,il monte ride raro
    illuminandosi,escono barlumi
    dall'acqua,quale messaggio pił caro?

    E tempo di levarsi su,di vivere
    puramente.Ecco vola negli specchi
    un sorriso,sui vetri aperti un brivido,
    torna un suono a confondere gli orecchi.

    E tu ilare accorri e contraddici
    in un tratto la morte.Cosi quando
    s'apre una porta irrompono felici
    i colori,esce il buio di rimando

    a dissolversi.Nascono liete immagini,
    filtra nel sangue,cieco nel ritorno,
    lo spirito del sole,aure ci traggono
    con se:a esistere,a estinguerci in un giorno.
    Quod timor cladis.
    Sed intuitum amet elit vitae est

  5. #5
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    L'nfinito riposa- Clemente Rebora


    Non č pił su di un palmo
    oggi il ciel dalla terra
    tumido,opaco,calmo,
    l'anima in ombra di poca aria serra.

    In un volgere lieve
    l'infinito riposa:
    la quotidiana e breve
    vicenda č il suon concorde d'ogni cosa.

    Allor,sorto da ignote
    nicchie vapora piano
    un senso sopra notte
    forme:e gioisce del suo ritmo umano.
    Quod timor cladis.
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  6. #6
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    Anno- Mario Luzzi


    Provvidi ora,ma queti
    si espongono graticci e vasi,
    si appende l'uva.L'altro č ignoto,l'altro
    era ed č chiuso in questo cielo opaco
    dove un lume vinato si rapprende
    e il grido del fringuello č gia di gelo.

    č qui,in queste opere miti
    e chiare che trascorre e brucia
    quel che non ho e che pure dovrņ perdere.
    Tempo passato e prossimo si libra..
    Io,come sia,son qui venuto,avanzo
    da tempi inconoscibili,ardo,attendo;
    senza fine divengo quel che sono,
    trovo riposo in questa luce vuota.
    Quod timor cladis.
    Sed intuitum amet elit vitae est

  7. #7
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    Silvestro Sentiero
    Ky eshte nje aktor teatri dhe person qe kam pasur mundesi ta njoh nga afer.Ka shkruar Shakespeare ne dialektin napoletan,dhe disa romane te Pirandello.

    Ritratti

    Di giorno
    stelle spente
    riposano dentro
    bocche di bambine

    Immerse nei loro giochi
    versano risate
    su palline e bigodini.
    Come acqua di ruscello
    inondano cose ferme
    e le rinfrescano.

    Quei passettini al trotto
    sono briciole di baci
    che cadono sulla mia guancia
    con dolcezza sonora.

    Se piove
    non ocorre altra musica.
    Davanti ai grandi vetri
    le bambine
    osservano trottole
    vorticiare nel rigagnolo.
    Quod timor cladis.
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  8. #8
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    Nude passeggiate - Silvestro Sentiero

    Musicale
    lo scroscio
    della tua saliva,
    vi sbarcherņ
    con labbra
    avide di estasi.
    Su quell'acqua
    lussureggiante
    navigherą
    fremito
    mio dolce.

    Desidero schierare
    baci
    davanti a te
    farli rotolare
    sul tuo corpo
    come perle,
    alzare barricate
    di luce
    intorno al letto,
    vedere ragni
    agli orli
    dello specchio
    danzare ai tuoi gemiti.

    Intontiti
    uscire in strada
    coi piedi nudi
    che tanto amano la pioggia.
    Quod timor cladis.
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  9. #9
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    Trallallą - Silvestro Sentiero

    Assorta sul divano,Silvia pensava agli anni,e un trallallą venuto saltellando da chissą dove le scompigliava i capelli cercando di tirarle su il morale.
    Immerso nella solita bonta che creava tepore in ogni stanza,Bruno sembrava suggerire che bisognava cercarli ancora.
    Pił assorta che mai sul divano,Silvia aveva sempre lo stesso monologo nel cuore: "Tutto daccapo desidero iniziare".
    A questo punto per creare una dose di umorismo,Bruno prendeva per mano colei che amava,la portava vicino alla finestra e guardando oltre ogni cittą le diceva: "Gli anni vagano nel vento che gonfia le nostre mutande sui fili ad asciugare"
    Quando andarono in pensione i coniugi solevano passeggiare pian pianino in bicicleta.Sorridendosi spingevano il pedale porgendosi parole fresche che sempre profumano l'aria.
    Qualche tempo dopo erano diventati talmente vecchi che a sera il silenzio veniva per accarezzare i muri della loro casa.
    Di notte,ancora i baci,e abbracciati nel letto come innamorati perdevano il sonno cercando immagini adatte all'imminente viaggio.
    Si figuravano sulla larga poppa di un veliero.Ruzzolo dopo ruzzolo,poppa e prua,un farneticare di flauti e violini li attirava nel punto in cui vedevano cadere dal cielo almeno un milione di enormi lampadari accesi.

    Gli anni finirono per trascorrere tutti.
    E quelli di prima?
    Invano li avevano cercati.
    Se ne andarono,i birbanti,e non tornarono pił.
    Quod timor cladis.
    Sed intuitum amet elit vitae est

  10. #10
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    Nel parco - Eugenio Montale


    Nell'ombra della magnolia
    che sempre pił si restringe
    a un soffio di cerbottana
    la freccia mi sfiora e si perde

    Pareva una foglia caduta
    dal pioppo che a un colpo di vento
    si stinge-e fors'era una mano
    sorrente da lungi tra il verde

    Un riso che non m'appartiene
    trapassa da fronde canute
    fino al mio petto,lo scuote
    un trillo che punge le vene,

    e rido con te sulla ruota
    deforme dell'ombra,mi allungo
    disfatto di me sulle ossute
    radici che sporgono e pungo

    con fili di paglia il tuo viso...
    Quod timor cladis.
    Sed intuitum amet elit vitae est

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