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    24-04-2002
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    2,009

    Turisti in fuga (Turiste ne ikje)

    Shkrimin e meposhtem e gjeta ne nje forum shqiptar dhe mendova ta postoj ketu meqenese tema e turizmit eshte e miretrajtuar. Eshte nje shkrim i pare me syte e nje te huaji dhe ka nje vertetesi rrenqethese dhe te le te kuptosh se ne Shqiperi turizmi ka vajtur dem; se asnje gje nuk u be ashtu sic u tha, sidomos ne Durres.

    Shkrimi eshte ne italisht. Eshte pak i gjate, por ja vlen.


    Turisti in fuga
    Francesca Niccolai*

    Sono italiana e vivo a Durazzo. Frequento l’Albania dal 1999. Ho ricevuto diverse visite da parte di amici italiani, nessuna delle quali e’ andata a buon fine nella promozione turistica del Paese delle Aquile.
    Una coppia di quarantenni e’ venuta a trovarmi a Tirana nella primavera del 1999, durante l’emergenza Kosovo. Roberto e’ giornalista, Alessia e’ broker marittima. Appartengono al ceto medio-alto e spendono i loro weekends in Costa Azzurra, ma non hanno pregiudizi e denotano splendide capacita’ di adattamento ad ogni situazione. Li ho guidati nel Nord, dove lavoravo. Sono rimasti estasiati dalle bellezze naturali del Mirdita e del Mati, commentando: Peccato che un’ipotesi di turismo sia per ora improponibile. Certo, si capisce chiaramente che siamo in un momento politico particolare, ma comunque non e’ un Paese che possa piacere a tutti. Dovrebbero puntare sul turismo degli “alternativi” e dei giovani con tenda e sacco a pelo, ma a quelli piace viaggiare in treno e qui non e’ possibile. E poi mancano le citta’ d’arte, i monumenti e la vita notturna. Non sono carenze da poco. Anch’io, in quel periodo, non mi ponevo il problema “turismo”. Non mi sembrava semplicemente realistico associare questo termine all’Albania. Resta il fatto che Roberto e Alessia hanno raccontato ai loro amici che l’Albania non e’ un Paese da temere o da evitare ad ogni costo, sebbene sia in condizioni disastrose.

    L’anno successivo (2000) ho scoperto le meraviglie del Sud, pur restando delusa dalla tanto decantata Saranda. La cittadina turistica per eccellenza, mitizzata da tutti gli albanesi, mi lascia perplessa. I palazzi costruiti presso il porto sotto il regime comunista sono molto squallidi; e la loro fatiscenza risalta ancor piu’, essendo affacciati sul mare. Deturpano un paesaggio ionico che meriterebbe solo le casette tradizionali dei pescatori (naturalmente riadattate a fini turistici) come quelle che biancheggiano lungo la costa greca e corfiota. Per fortuna, il litorale e’ prodigo di perle e posso godere delle meraviglie di Manastir, Ksamil, Butrinto.
    Purtroppo, non c’e’ spiaggia esente dal problema della spazzatura: mancano cestini e pattumiere, certo, ma manca soprattutto il senso civico dei bagnanti. Ovunque si vedono adulti e bambini gettare rifiuti sui ciottoli, tra gli scogli e tra i cespugli d’agave e di ginestra. Mi chiedo quanti dei miei amici, in Italia, potrebbero apprezzare di trascorrere le loro vacanze in queste condizioni. Non importa che gli hotels siano a 2, 3 o 4 stelle, importa cosa si trova fuori. Mi domando a chi piacerebbe stendersi tra bottiglie, lattine, cartacce e angurie rosicchiate; stendersi accanto a gente cosi’ poco civile. Perche’, con l’ampia disponibilita’ di suggestivi borghi antichi che costellano Italia, Francia, Spagna, Croazia, Montenegro, Marocco, Grecia –dotati di spiagge curatissime- i turisti stranieri dovrebbero optare per l’Albania?
    Il Sud offre certamente qualche spunto interessante, ma e’ comunque troppo poco. Non si riesce a tenere pulito neppure il parco di Syr i Kaltėr; i monasteri di Mesopotam, Kakome, Krorez, Ciflik, versano in condizioni pessime e non sono visitabili all’interno; le vie d’accesso ai luoghi d’arte sono difficilmente praticabili e manca la segnaletica per individuarli e raggiungerli. Questa situazione non puo’ soddisfare ne’ il turismo di massa ne’ quello “alternativo” e colto.

    Inizia nel frattempo la devastazione di Durazzo e della sua costa. Il nuovo business degli albanesi e’ l’edilizia. Si tratta di un vero e proprio massacro, che emerge in tutta la sua drammaticita’ nel 2001.
    Mancavo da Durazzo da qualche mese. Mi precedono, a meta’ primavera, quattro conoscenti italiani in missione lavorativa. Sono tutti “tipi sportivi”, avvezzi a zone ben piu’ difficili dell’Albania. Al ritorno, mi riferiscono: E’ ridotta proprio male, la tua Durazzo. C’e’ una speculazione edilizia di proporzioni spaventose. La spiaggia di Golem e’ uno strazio, tu parlavi di pinete, ma di pini ne sono rimasti ben pochi. Ci sono solo hotels, hotels, hotels, ma poi a chi serviranno? Non si puo’ neppure parlare di progetti per il “turismo responsabile”, perche’ mancano le zone incontaminate, come invece avviene in altri Paesi poveri. Posti come l’Ecuador e il Nicaragua, pur essendo mal ridotti, hanno almeno conservato la natura vergine e i villaggi tradizionali, ma in Albania e’ un disastro, non si sa proprio cosa offrire ai turisti, anche a quelli piu’ alternativi. Stanno distruggendo l’unica fonte di ricchezza che avrebbero. Uno di loro si spinge piu’ avanti: Se porto mia moglie a sprecarsi le ferie qui, chiede il divorzio!
    Torno a Durazzo poco dopo. A costo di sembrare stupida, confesso che la mia prima reazione sono state le lacrime. Non riconosco i luoghi che amo. Non un angolo della citta’, non una piccola porzione del litorale, restano esenti dallo scempio. Il tempo mi dimostra che il fenomeno e’ in ascesa vertiginosa e sembra inarrestabile. Questo “effetto domino” somiglia molto a quello delle finanziarie piramidali: porta facili guadagni, si espande in maniera costante e non e’ economicamente sostenibile. Quindi, e’ destinato prima o poi ad implodere.
    Conoscendo i gusti delle persone che frequento in Italia, non invito piu’ nessuno.

    Nel 2002 mi concedo una vacanza in Montenegro. Il contrasto con l’Albania e’ indescrivibile: scopro un piccolo popolo innamorato della sua terra, che la rispetta e la protegge come se fosse una madre. Vedo citta’ d’arte e deliziosi villaggi curati fino al fanatismo, dove l’abusivismo edilizio e’ praticamente sconosciuto e l’igiene ambientale e’ spinta ai massimi livelli di civilta’. Mi muovo tra gruppi di danesi, norvegesi, tedeschi, francesi, italiani, irlandesi, russi, sloveni, tutti assetati di bellezze naturali e di luoghi d’interesse storico, artistico e culturale. Nessuno di loro e’ alla ricerca di hotels a 4 stelle; sono affascinanti all’idea di dormire nelle piccole pensioni ricavate all’interno di case del sec. XVIII o nelle stanze affittate dalle ospitalissime famiglie montenegrine. E’ il turismo vero, quello di chi vuole conoscere, visitare, vivere le tradizioni di un luogo sconosciuto. E’ il tipo di turismo di cui hanno bisogno tutti i Balcani, per vincere i pregiudizi degli occidentali. Un turismo giovane, curioso, aperto, coraggioso, cui bisogna garantire le migliori condizioni ai minimi prezzi.

    La primavera scorsa, Roberto e Alessia tornano in Albania per motivi di lavoro. Confessano candidamente che, se non fosse stato per quello, non sarebbero mai piu’ venuti qui. Rimangono colpiti dal radicale cambiamento di Tirana: Non sembra piu’ la stessa citta’ che ricordavamo, questo e’ un vero miracolo! Che esplosione di colori! E che bel lavoro stanno facendo lungo il Lana! La citta’ ha proprio un’altra faccia, tra poco potra’ davvero dirsi una “capitale europea”.
    Non apprezzano invece i mutamenti della pianura fra Tirana e Durazzo: Ma che disastro e’ questo? Cosa sono questi orrendi bungalows col tetto piatto? Erano meglio i bunker... Ma cosa e’ successo, hanno tutti costruito la casa dove gli pare? Hanno parcellizzato tutta la pianura? Perche’ non hanno costruito un nuovo insediamento, lasciando le terre libere da costruzioni e usandole per coltivarle? Cosi’ e’ un’orrore, la pianura ha un’aspetto frammentario, sembra una grande citta’ dilatata, senza densita’, con questi miseri tuguri disseminati qua e la’. Sembra tutta una grande favela brasiliana.
    Spiego loro che questi “miseri tuguri” col tetto piatto sono le case degli immigrati interni, venuti dalle povere aree di montagna. Questa gente non ama vivere in condominio. Hanno la mentalita’ da campagna, da villaggio, e hanno importato le loro regole e abitudini rurali anche qui, nella zona tra le due principali citta’ dell’Albania. Le famiglie sono microcosmi chiusi, non vogliono vivere vicino ad altri, vogliono casette indipendenti con la terra intorno, per mantenere la tradizione di coltivare un orto e magari tenere una mucca. E preferiscono morire di fame piuttosto che sentir parlare di una nuova collettivizzazione delle terre, anche se puramente formale e volta ad un reale sviluppo agricolo ed economico. I miei ospiti mi guardano increduli. So che e’ difficile capire.
    Si trattengono a Durazzo solo un giorno. Povera citta’, cosa le stanno facendo! E’ incredibile come nello stesso Paese si migliori cosi’ tanto una citta’ come Tirana e si lasci completamente andare Durazzo, che e’ la facciata marittima. Ma cosa sono, dei megalomani? Cosa credono di essere, Hong Kong o Miami Beach? Non siamo in Florida e nemmeno in California, siamo in Albania! Non possono permettersi di rovinare in questo modo la natura e le citta’ con un po’ di storia, che sono l’unica ricchezza. Facciamo una passeggiata sul lungomare della Vollga, ingombro delle macerie dei chioschi abusivi abbattuti a dicembre. I commenti sono sarcastici: Sembrano quelli che cambiano i rubinetti in una casa col tetto che sta crollando. Altro che chioschi, qui c’e’ qualcos’altro da buttare giu’! Ma era proprio necessario costruire questi mostri in riva al mare? Coprono completamente la vista di questa verde collina e della Villa di Zogu! Non potevano limitarsi a palazzine piu’ basse, massimo quattro piani?
    Aperitivo e cena a Currila. Un tempo, il posto era magnifico, ma ora non resta che l’ombra del passato splendore. La strada e’ terribile, ingombra dei cumuli di terra estratta per gettare le fondamenta dei nuovi palazzoni. Per arrivare al ristorante si passa attraverso un ex villaggio turistico del periodo comunista. Le casette cadono ormai a pezzi, ma sono state occupate abusivamente dagli immigrati interni. Si contemplano scene di degrado e poverta’ inimmaginabili, si tocca la superficie piu’ ruvida della vita. Difficile, dopo, mangiare rilassati. Poco dopo mezzanotte ci alziamo da tavola. Noti nottambuli, abituati alle faville di Antibes e di Cannes, Alessia e Roberto mi chiedono se sia possibile bere l’ultimo drink da qualche parte. Rispondo che sara’ dura, data l’ora. Ma e’ sabato! Com’e’ possibile che non ci sia neppure un posticino aperto? Elemosiniamo un gin-tonic ad un bar col cancello gia’ chiuso. Siamo italiani, ci concedono la grazia. Beviamo in fretta, mentre i camerieri fanno le pulizie. Propongo di andare a Tirana, ma rifiutano: Tirana, sembra che qui ci sia solo Tirana! Uno deve poter bere qualcosa dove gli pare, in ogni citta’. Non sono le 6 del mattino!
    Il giorno dopo, alla partenza, chiedo se torneranno, per pura vacanza, durante l’estate. Qui potranno trovare hotels di ogni genere e livello, cogliendo l’occasione per visitare il famosissimo Sud. No, non vale la pena. Abbiamo visto le foto del Sud e non e’ poi cosi’ bello. A cosa servono gli hotels in una natura distrutta? Nemmeno alle Maldive e ai Caraibi ci sono cosi’ tanti hotels. Qui dovevano prima trovare il modo di far venire la gente, e dopo pensare agli hotels. E poi, scusa, ma non vogliamo passare i 20 giorni di ferie in mezzo a gente tanto arretrata. Non possiamo immaginare come si comportano alla spiaggia. Se qui la famiglia e’ importante come dici tu, credo che ci saranno tantissimi vecchi e bambini. Non e’ questo il modo di andare al mare che piace a noi. Meglio non vedere gente che mangia la pasta nei piatti di carta e copre gli ombrelloni con le lenzuola per dormire il pomeriggio... basta andare al mare in certi posti del Sud Italia, per assistere a queste belle scenette. Perche’ sprecare i soldi dell’aereo?

    Qualche giorno fa, l’ultimo colpo. Un amico trentacinquenne ha deciso di trascorrere le sue vacanze in Albania. E’ il primo tra i miei conoscenti che venga qui non per lavoro, ma per puro turismo. Si chiama Giorgio, e’ laureato in Lettere, specializzazione in Arte Contemporanea; oggi collabora con due dei principali musei di Genova ed e’ fra gli organizzatori della manifestazione “Genova, capitale della cultura europea nel 2004”. Da anni, Giorgio trascorre le ferie estive nell’Europa orientale, che adora. Ha viaggiato nella Germania dell’Est, in Polonia, nelle repubbliche baltiche, in Ungheria, nella Repubblica Ceca, in Slovacchia, in Romania, in Slovenia. Alcuni di questi Paesi versano in condizioni economiche disastrose, ne’ sono pronti ad accogliere un turismo strutturato. Viandante alla ricerca dell’inconsueto, Giorgio e’ sempre rientrato soddisfatto dall’ex blocco sovietico. Ha portato con se’ albums zeppi di fotografie e ha intrattenuto gli amici con vivide descrizioni di quelle lande remote, invogliandoli ad esplorarle.
    Dall’Albania non si aspetta molto, ma e’ ugualmente ottimista. La sua opinione mi interessa moltissimo, e’ il mio primo turista intenzionale e vorrei che non restasse deluso. Invece, il suo sbarco a Durazzo e’ uno shock.
    Un giro sulla Vollga: Mi avevi detto che stavano costruendo, ma non immaginavo che la speculazione edilizia potesse arrivare a questi livelli!
    Una visita del centro, attraverso i boulevards e nelle stradine limitrofe. Camminiamo nelle rrugice e non vediamo altro che cantieri di scavo per gettare le fondamenta di nuovi palazzi: Che meraviglia erano le case tradizionali di Durazzo e le palazzine italiane degli anni ‘20 e ’30! Ma ora questa citta’ non e’ piu’ leggibile, non riesco a capirne la fisionomia. Tutti questi palazzoni sono soffocanti, non so come puoi vivere qui.
    Noto che Giorgio, munito di ben due macchine fotografiche professionali, non sta facendo neppure uno scatto. Brutto segno...
    Lo guido poi verso l’area archeologica. A parte la torre veneziana, riadattata a bar, so bene che tutto il resto e’ mal conservato e scarsamente leggibile. Negli anni passati avevo raccolto materiale di studio sulle vestigia antiche di Durazzo, ricavandone una serie di schede sui singoli monumenti. Giorgio le aveva lette e apprezzate, ma l’impatto live con la kalaja e i suoi tesori si e’ rivelato ancora una volta deludente. Il bastione bizantino e le sue torri cadono a pezzi, non sono valorizzati e sono soffocati dagli edifici abbarbicati sul lato interno. Il castello sulla collina sembra proprieta’ privata di quanti hanno costruito le case entro il suo perimetro, sia presso la torre circolare, sia presso quelle ottagonali. Queste ultime sono talmente soffocate da non essere neppure fotografabili. Il panorama della citta’ dall’alto della fortezza risulta in effetti molto deprimente.
    Scendiamo quindi verso l’anfiteatro: Questo e’ davvero un monumento maestoso. Lo usano per qualcosa? Fanno qualche spettacolo teatrale o dei concerti? Sembra l’ideale anche per un cinema all’aperto. A proposito, qui c’e’ un cinema estivo? Sono costretta a rispondere che l’anfiteatro non serve a nulla e che a Durazzo non esiste un cinema estivo. Nel frattempo penso, con tristezza, ai festivals cinematografici e teatrali che si tengono nelle fortezze medievali di Herceg Novi e di Budva, ravvivando le estati del Montenegro, solo a pochi chilometri da qui.
    Mentre ci avviamo verso casa, costeggiando gli scheletri in formazione dei prossimi giganti di cemento, Giorgio commenta: Non mi pare proprio che abbiano intenzione di fermarsi, vero? Quella che mi hai fatto visitare e’ una citta’ stravolta, sfregiata, deturpata, invivibile.

    La serata trascorre noiosa. Durante l’ora del xhiro, una marea di persone si riversa nelle vie del centro, ma non c’e’ aria di vera movida. Tutti camminano spediti, le ragazze sfilano rapide, nessuno si ferma a parlare con gli altri. Si tratta soprattutto di famiglie, mentre i giovani siedono ai tavolini dei bar. Sbaglio o nei bar ci sono solo uomini? No, in pochissimi locali ci sono anche coppie e gruppetti di sole ragazze, tutte giovanissime. Ma non c’e’ comunicazione tra la gente, i gruppi restano chiusi e manca ogni interazione tra le persone di sesso diverso. Dopo le 21, restano solo gli uomini. Ma questo e’ un vero e proprio apartheid! E’ molto fastidiosa questa separazione cosi’ netta tra maschi e femmine. Da’ un’idea di arretratezza profondissima. E poi, con quale piacere un turista uomo puo’ entrare in un bar di soli uomini? E una turista donna cosa dovrebbe fare? Bere un drink circondata di maschi che la mangiano con gli occhi? Come potrei consigliare a una mia amica di venire qui? Capisco perche’ gli albanesi diventano violenti: stando solo tra uomini, finisce che si ubriacano e che poi scoppia qualche lite.
    Alle 23 i locali di Durazzo sono tutti in chiusura. I gestori guardano nervosamente chi si dilunghi a terminare il suo drink, lasciando intendere che il closing time e’ arrivato. Ma perche’ fanno cosi’? E’ proprio strano questo Paese. Non c’e’ vita, non sono assolutamente allegri e “festaioli”. Pensa che, perfino in Slovacchia, anche nei villaggi piu’ poveri e sperduti, tutti hanno voglia di divertirsi e di fare tardi: basta che qualcuno porti una damigiana di grappa e che ci sia un po’ di musica, e poi si balla tutta la notte. Cerco di spiegargli che gli albanesi sono molto ancorati ale loro abitudini e amano ritirarsi presto, per potersi alzare il mattino dopo alle 7, come si usava sotto il regime comunista. Sara’ difficile che cambino i loro bioritmi, anche a costo di offrire ai turisti citta’ morte e drammaticamente deserte prima della mezzanotte.
    In extremis, penso di portarlo verso la Plazh, dove sicuramente c’e’ qualche locale ancora aperto. Gli descrivo il tipo di bar e di persone che frequentano il quartiere lungo la costa a sud di Durazzo, gli prospetto l’eventualita’ di trovare qualche discoteca all’aperto affollata di teen-agers. La risposta e’, naturalmente, no grazie. La domanda logica e conseguente e’: Perche’ la gente di trenta-quarant’anni non si vede in giro? Non fanno vita notturna? Rispondo che questa non e’ l’Italia e che qui i nostri coetanei hanno gia’ due o tre bambini, quindi restano a casa con i piccoli e ne seguono i ritmi di vita, sacrificando i divertimenti. In Albania si passa direttamente dall’adolescenza alla vita di famiglia, non c’e’ spazio per i singles o per le coppie di trentenni senza figli, come nel resto d’Europa.

    Il giorno dopo, porto Giorgio a Kruja. Lo squallore e il degrado di Fushė-Kruja non sono certo un buon biglietto da visita, ma rappresentano l’inevitabile anticamera della cittadina di Skėndėrbeu. Il paesaggio e’ splendido, ma i palazzi edificati sotto la dittatura stridono terribilmente con il contesto naturale. Enver non pensava ad uno sviluppo turistico, vero? Per fortuna, il castello e’ ben conservato e il museo, pur povero, ricopre un certo interesse. Giorgio s’innamora del piccolo borgo racchiuso entro le mura della kalaja, con le case tradizionali e le viuzze lastricate. Se l’Albania fosse tutta cosi’, sarebbe splendida. Ma purtroppo mi sembra un caso isolato. Un turista deve poter leggere le tradizioni di un Paese e le case antiche sono un’importante testimonianza. Tolte quelle, la Storia scompare. Non bastano le mura di qualche fortezza o i resti rasi al suolo di qualche chiesa. Le case antiche parlano della vita quotidiana di un Paese nel passato, delle sue tradizioni. Ma non basta un posto come questo per salvare la situazione.

    Il tardo pomeriggio e la serata trascorrono a Tirana. Giorgio apprezza l’eleganza e il rigore delle arterie e degli edifici realizzati durante il Ventennio fascista, ravvivati da variopinte e sgargianti tonalita’: Splendida trovata! Questa rischiava di sembrare una delle tante capitali dell’Est, grigia, rigida, opprimente. Ma questi colori le imprimono un marchio di particolarita’ che, piaccia o non piaccia, ne fanno un unicum. Un’idea geniale per salvare una situazione poco allegra.
    Anche la vita notturna di Tirana e’ un’altra cosa rispetto a quella di Durazzo: Incredibile. In tutto il mondo, d’estate, sono le citta’ di mare a vivere di piu’, mentre qui bisogna scappare dalla costa verso l’interno, se si vuole trovare qualche diversivo.
    E tuttavia Giorgio nota che anche nella vita sociale della capitale qualcosa non va: Sono tutti giovanissimi anche qui. Sembrano solo universitari. Oppure ci sono famiglie, come a Durazzo. Non vedo molta differenza tra le due citta’, tranne che qui c’e’ piu’ gente e ci sono piu’ ragazze. E’ vero, qui la differenza la fanno solo gli universitari, ma a noi che abbiamo dieci o quindici anni piu’ di loro, non fa piacere frequentare i locali per giovanissimi. Non ci sono ritrovi per adulti, tranne le pasticcerie per famiglie e i bar per soli uomini. Spiego a Giorgio che quello dell’Albania e’ prima di tutto un problema sociale. Finche’ non esisteranno i singles e soprattutto le singles, finche’ la mentalita’ dei maschi albanesi non sara’ cambiata, non potra’ esistere una vita sociale normale.
    E poi sono tutti bar con i tavolini, pochissimi con il bancone lungo all’americana. Perche’? Lo porto in un locale con il banco come piace a noi, dove bere in piedi o sugli sgabelloni. Siamo gli unici, tutti gli altri stanno ai tavolini. Nessuno ha interesse o piacere di parlare con noi, manca l’elemento socializzante. Forse credono che siamo una coppia e hanno paura di irritare l’uomo, come avviene tra albanesi. Inoltre, le persone sono molto diffidenti: nessuno ha voglia di stringere nuove amicizie e coinvolgere qualcun altro nella propria chiusissima cerchia.
    Mi rendo conto che questo Paese non e’ pronto ad accogliere il turismo neppure sotto l’aspetto sociale, non solo paesaggistico. Non mi stupisce pertanto che il mio ospite mi chieda, improvvisamente, di accompagnarlo in Macedonia il giorno dopo. Insisto blandamente, ventilando il solito viaggio nel Sud, ma non c’e’ nulla da fare: Voglio visitare qualcosa, voglio vedere posti veramente belli, che arricchiscano, che lascino dentro di me qualche ricordo significativo cui pensare durante l’inverno. Questo Paese e’ buono solo per un sociologo, non per un turista qualsiasi, colto o ignorante, ricco o povero che sia. L’Albania e’ proprio un “caso europeo”.
    Trovo che i giudizi e la fuga di Giorgio siano un po’ frettolosi, ma so in cuor mio che sono assolutamente leciti. Le sue opinioni sono le mie, le sue impressioni, rapidissime ed incisive, sono vere. So che il Sud lo deluderebbe, so che nessuna Himara, nessuna Dhermi e nessuna Butrinto valgono un passaggio obbligato attraverso lo squallore della Myzeqea, attraverso le desolate piane palustri di Lushnja e di Fier, per non parlare di Ballsh e di Tepelena. Non gli piacerebbe la cementificazione di Saranda, non gli interesserebbero i nuovi hotels della costa di Valona. E lo stesso vale per il Nord: nessuna Velipoja vale il panorama surreale di Lac e di Lezha.
    L’impatto sul turista e’ fondamentale: chi arriva via mare non deve trovarsi davanti la barriera di palazzoni che deturpa e nasconde Durazzo; nessuno dovrebbe mai vedere il degrado delle aree sopra menzionate; e’ assai ingenuo sperare che qualche oasi di bellezza valga un viaggio in Albania da parte degli stranieri.

    Nel dirigerci verso Qafė e Thanės, ci fermiamo un’ora allo Shkėmbi i Kavajes. Voglio dare a Giorgio il colpo definitivo, mostrandogli il turismo da spiaggia. Quanta gente c’e’ qui. Che bel quadretto folkloristico! E’ interessante vedere i costumi tradizionali albanesi in riva al mare, ma non vedo come qualcuno potrebbe viversi serenamente un giorno di spiaggia in questo contesto.
    In effetti, come avevano previsto e temuto Alessia e Roberto, la spiaggia e’ piena di di bambini urlanti accuditi da grasse donne anziane completamente vestite con sgargianti bluse e lunghe gonne a fiori, talvolta su ampi pantaloni alla turca. In testa portano fazzolettoni bianchi o colorati. Si tratta di turisti albanesi del Kosovo, i soli soddisfatti di quanto Durazzo puo’ offrire. L’anno scorso sono arrivati in 23.000, giustificando la costruzione di nuovi, orribili hotels lungo tutta la costa praticabile della povera Albania; quest’anno se ne attendono almeno 40.000, il doppio.
    Il Paese delle Aquile, contraddistinto da una cronica mancanza di lungimiranza, pensa solo al presente, non al futuro. Sta plasmando e devastando la propria costa in base alle immediate esigenze di questo tipo di turismo, che non e’ ne’ alternativo ne’ elitario.
    Questi unici turisti dell’Albania cercano cio’ che non hanno mai avuto nella vita, vale a dire il miraggio di “lussuosi” hotels in riva al mare, poco importa se messi tutti in successione come squallide villette a schiera. Sognano una spiaggia “amica e sorella” –non quelle montenegrine, croate o greche- dove potersi comportare liberamente, senza la minima formalita’ esteriore.
    Ma d’altronde, quali altri turisti potrebbero accettare, per motivi igienici, di camminare su una spiaggia dove montagne di spazzatura vengono accumulate durante il giorno e incendiate durante la notte, disperdendo le polveri tossiche in mare e sulla sabbia? Dove cani randagi e rognosi si spulciano tra le chaises-longues (e ammazzarli a fucilate non e’ la soluzione giusta...!)? E cosa dire delle basse acque della Plazh, coperte da una distesa di escrementi, sgradevole alla vista e all’olfatto? I colibatteri fecali possono causare gravi infezioni gastrointestinali o perfino uccidere. Le persone di buon senso agiscono di conseguenza, rinunciando alla spiaggia o abbrustolendo al sole senza potersi bagnare.

    Mentre percorriamo la Via Egnatia, Giorgio conclude amaramente: Questo Paese deve pensare ad altre fonti di guadagno, prima che al turismo. Ci sono altre cose, come il rilancio agricolo e commerciale; ci sono immense pianure incolte, in abbandono; puo’ avere un futuro come piazza logistica del Corridoio 8. Ma non vedo davvero un futuro turistico. D’altronde, la mentalita’ e la tradizione turistiche non s’improvvisano. Lasciamo stare Italia e Grecia, pensiamo solo ai Balcani adriatici: Tito aveva accuratamente progettato uno sfruttamento turistico della sua disgraziata Jugoslavia, ecco perche’ ancora oggi possono vivacchiare di quello. Bisogna essere nati in mezzo alle antichita’, bisogna ereditare dal passato delle citta’ d’arte, perche’ la cultura non nasce ex novo. E’ come pretendere di andare direttamente all’universita’, senza nemmeno saper leggere e scrivere. Noi siamo cresciuti fra fori romani e chiese medievali, fra palazzi barocchi e ville neoclassiche. Noi distinguiamo il bello dal brutto, perche’ il nostro gusto e’ stato educato in questo senso. Ma cosa puo’ capire, chi non ha mai visto niente del genere? Questa gente vuole il nuovo e l’omniconfort ad ogni costo, perche’ e’ sempre meglio dei tuguri di argilla delle campagne e dei palazzi di Enver nelle citta’. Mi sembra un popolo ingenuo, fanciullo, attratto da ogni cosa nuova, moderna, tecnologica. Ma qui finiamo ancora nella sociologia e non e’ il nostro settore.
    Ieri Giorgio mi ha scritto dalla Macedonia, che gli e’ piaciuta davvero. Qui ha trovato l’arte, la natura, i divertimenti e il tessuto sociale adatti a soddisfare le sue esigenze. Sconsigliera’ vivamente ai suoi amici di venire in Albania, pubblicizzera’ invece la Macedonia.

    La visita di Giorgio mi lascia con l’amaro in bocca, ma dovrebbe far riflettere.
    So che per l’Albania sara’ difficile diventare un polo d’attrazione per gli occidentali. Mancano le citta’ d’arte e i pochi monumenti di pregio vengono deliberatamente distrutti. I centri storici non sono protetti ne’ valorizzati. Lo stesso accade con le bellezze naturali. I lembi di costa piu’ accessibili sono stati accanitamente cementificati; quelli inaccessibili –e a questo punto speriamo che lo rimangano...- sono sconosciuti ai piu’, perfino agli stessi albanesi. Il concetto di turismo e’ miope e pretenzioso. Ci si ostina a vivere secondo il carpe diem, sperando che il flusso di turisti dal Kosovo continui in eterno. Ma prima o poi, non appena arricchitisi, cambieranno destinazione e si volgeranno alle mete esotiche. E a quel punto, sara’ impossibile trovare un altro bacino d’utenza turistica, a meno che l’Albania non escogiti qualche vera attrattiva, previo il recupero dei suoi splendidi, ma brutalmente sfregiati paesaggi. Serviranno, a quel punto, soluzioni coraggiose e radicali.
    *Autorja e dokumentit tė mėposhtėm jeton nė Shqipėri. Mė duket me shumė interes kjo analizė e degradimit tė vlerave turistike tė Shqipėrisė, bėrė nga njė njeri qė nuk po e viziton Shqipėrinė si turist, por as ka lindur atje.

  2. #2
    i/e larguar
    Anėtarėsuar
    26-04-2002
    Postime
    145
    Artikulli i gjate i italjanes eshte nje pasqyre e vertete e Shqiperise se sotme. Kush lexon, sic thote Bibla, le te reflektoje dhe te kuptoje. Shqiptaret jane duke i bere gropen edhe njerit prej risurseve te pakta qe mund te ndihmonte per ti nxjerre nga varferia. Vend per lavdi ( per ne si popull ) ketu ka shume pak.

  3. #3
    i/e regjistruar Maska e leci
    Anėtarėsuar
    14-01-2003
    Vendndodhja
    Goetheanum,Italy
    Postime
    1,742
    E lexova deri ne fund dhe per ēudi nuk gjeta nja fjale jasht vendi,edhe pse e shkruar nga nje italian, qe gjenden ne vendin e fundit te preferencave personale..
    Hotel,hotel,hotel dhe ristorante ēdo 100 metra.
    Ky eshte reliteti yne.
    Don te besh nje hotel,zgjidh vendin qe don mjafton te paguash.
    Anti-turizmi kjo po ndodh ne Shqiperi,fatkeqesisht.
    Jemi aq te zene per tu pasuruar, sa qe kemi harruar vlerat tona.

  4. #4
    i/e regjistruar Maska e arianna
    Anėtarėsuar
    03-03-2005
    Vendndodhja
    Itali
    Postime
    7

    Cool verita' sull'albania

    sono italiana mi chiamo arianna e vivo a vercelli sono rimasta stupita per il racconto della signora (se cosi' si puo' chiamare)francesca niccolai non c'e' una cosa che lei abbia detto che corrisponde a verita'non saprei da dove cominciare ma comunque ci provo io sono la bellezza di 5 anni che vado in albania in vacanza ma non mi sembra di essere morta se sono qui' a scrivere,i bar e' normale che chiudono alle 11 se al mattino aprono alle 5 vorrei vedere se la signora niccolai riuscirebbe a tenere un bar aperto fino alle 4 e poi aprire alle 5 365 giorni all'anno bhe'io penso propio di no ritornando alle case il mio fidanzato e' albanese e naturalmente quando vado in ferie mi ospita a casa sua ma non mi sembra propio che la sua casa cada a pezzi anzi...........se la casa della signora niccolai cade a pezzi non significa che tutta l'albania sia cosi'!!!!!!!!!!adesso prendiamo in considerazione il discorso rifiuti,io sono amante del mare e naturalmente quando mi reco in albania non c'e' giorno che io non vadi in spiaggia non ho mai visto la spiaggia sporca come dice la signora niccolai forse lei e' andata in una discarica pensando di essere al mare???io penso propio di si'oppure a bevuto un po' di grappa albanese ma bisogna fare attenzione in albania la grappa e' fatta in casa e ha 40 gradi e a volte faģ vedere cose non reali!!!!!adesso parliamo un po' dell'italia in meridione uno deve stare attento a uscire per prendere un gelato perche' al posto del gelato rischia di prendere una pallottola,al tg 5 continuano a parlare dell'emergenza rifiuti a napoli ma napoli non e' in albania giusto?e' in italia le montagne di rifiuti vanno bene?????per non parlare dei rapporti intimi tra cugini un vero schifo ma non e' finita qui' vogliamo parlare degli analfabeti???? 7 meridionali su 10 non sanno ne' leggere ne' scrivere per concludere darei un consiglio ai turisti che vanno in vacanza in italia meridionale non lasciate mai la macchina 1 solo minuto senza tenerla d'occhi perche' non trovereste piu' neppure i cerchioni la' regna la poverta' altro che albania!!!!!!!!!!!!!!!aaaaaa dimenticavo hai semafori non comprate mai sigarette o video registratori potreste pagare dei mattoni a peso d'oro ritornando al discorso albania io penso che persone ospitali ed educate come in albania in italia non esistono forse nei sogni!!!vorrei dire un ultima cosa alla signora niccolai che se gli albanesi non gli danno confidenza evidentemente non interessa a nessuno fare conoscenza con lei.ma comunque la cosa che mi ha fatto veramente irritare e'leggere da persone albanesi dare ragione a un italiana (che comunque ancora adesso non capisco perche' abita in albania se fa'cosi'schifo)io fossi in loro mi vergognerei tantissimo a parlare male del mio posto!!!!per fortuna che tutti gli albanesi non sono cosi'tanti saluti e viva l'albania con la A maiuscola.

  5. #5
    i/e regjistruar Maska e leci
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    14-01-2003
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    Kete shkrim po e shkruaj ne gjuhe te huaj per te vetmin motiv se parafolesi paska per te thene mbi Shqiperine.Kerkoj falje per ata qe se kuptojne.

    Arianna

    Intanto vorrei puntualizzare che il suo italiano lascia alquanto desiderare.Non vorrei accollarle la definizione analfabeta, ma con il suo modo di scrivere le si avvicina paurosamente.Le nostre critiche sono conseguenza dell’amore profondo che ci lega con la nostra terra. Quel tipo d’amore che non noto nelle sue parole.
    No si dovrebbe sentire irritata per le nostre parole, poiché sono lacrime di dolore per la situazione in qui si trova il nostro paese.
    Sono lacrime di dolore e di nostalgia per il paese dove abbiamo lasciato l’amore e la gioia di vivere.
    L’Albania e in ognuno di noi, c’č un pezzo di terra nelle tasche di ognuno di noi quando la lasciamo.
    Lei invece dovrebbe imparare da queste parole cosa significa amore e rispetto per la propria patria.
    Lei con le sue parole definisce i meridionali genti analfabete e delinquenti. Povera mentalitą malata del 21 secolo. Vada a vedere con i suoi occhi il calore e la cordialitą di quella gente e forse cambierą idea.
    Il suo finto perbenismo se la tenga per lei e per i suoi connazionali, perché l’amore per la nostra terra č sacro. Non si accettano lezioni a proposito.
    Spero tanto che il mio linguaggio non le abbia fatto venire mal di testa, sa succede spesso quando si fanno bolle di vuoto nella materia grigia, il cosiddetto cervellino.
    Quod timor cladis.
    Sed intuitum amet elit vitae est

  6. #6
    i/e larguar Maska e Tirana
    Anėtarėsuar
    29-06-2004
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    211
    ju qe dini italisht nuk ka mundesi ndonjeri ta perktheje ?!

    Edhe ti Leci , pse jo meqe je dhe moderator mund te na ndihmosh dhe ne te tjerve te mund ta kuptojm se cfare shkruan ky artikull , mbase themi dhe ne mendimin tone .

    Tirana

  7. #7
    i/e regjistruar Maska e leci
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    Citim Postuar mė parė nga Tirana
    ju qe dini italisht nuk ka mundesi ndonjeri ta perktheje ?!

    Edhe ti Leci , pse jo meqe je dhe moderator mund te na ndihmosh dhe ne te tjerve te mund ta kuptojm se cfare shkruan ky artikull , mbase themi dhe ne mendimin tone .

    Tirana
    Posi jo Tirana,nuk eshte ndonje mundim i madh
    Me pak fjale:
    Personi qe ka shkruar artikullin eshte italiane dhe jeton ne Durres qe nga viti 1999.Shpesh here pret miq nga Italia dhe bashke me ta vizitojne Shqiperine.Flet per bukurite e vendit tone por fatkeqesisht te demtuara nej njeriu.Flet per bukurite e zonave si Mati,Mirdita por qe nuk eshte momenti politikisht per nje turizem te perhapur.
    Shkruan per zonat e Ksamilit,Sarandes dhe Butrintit por eshte e pakenaqur nge menyra si trajtohet ambjenti nga shqiptaret.Flet per spekulimin e ndertimeve,dhe mungesen e rregullave te ndertimit.
    Flet per numrin e hoteleve qe nuk gjenden as ne Maldive ose ne Ishujt Caraib dhe pyet ēfare duhen te gjithe keto hotele ne nje vend te me mjedis te shkaterruar?
    Shkruan mbi turizmin dhe e vetmja shprese e Shqiperise eshte qe te mos na braktisin miqte turiste qe vijne nga Kosova.
    Mungojne qytetet e artit dhe ato pak monumente historik nuk i kujton njeri e prishen pa asnje llogjike.
    Shkruan per diferencen qe kemi nga Mali i Zi.Atje gjen njerez te kultuaruar e qe duan vendin e tyre dhe gjen me mijera turiste qe nuk i interesojne hotelet me 4 yje po te njohin vendin dhe njerezit.
    Dhe tradicioni turistik nuk jeton ne ne ashtu si ne ish Jugosllavine.Tito kishte programuar nje sistem turizmi dhe sot e kesaj dite mund te jetojne akoma fale turizmit.
    Me pak fjale vendi yne eshte i bukur,dhe mund te behet nje vend me nje turizem te zhvilluar por eshte akoma heret.Duhet te mendojme ne fillim per infrastrukturen,zhvillimin ekonomik dhe per gjendjen strategjike per corridorin 8.
    Por nuk keshillojne te vizitojne Shqiperine sepse nuk meriton,me mire te shkojne ne Maqedoni ose Slloveni.
    Quod timor cladis.
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  8. #8
    Warranted Maska e Qerim
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    06-12-2003
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    re

    Me beri pershtypje habitja e italianeve per mungese jete nate ne Shqiperi. Ne krahasim me Maqedonine ,Bullgarine, Rumanine, ish-URSS, etj nuk jemi aq keq. Edhe ne keto vende mentaliteti eshte i afert me ate ne Shqiperi.

    Mi ha colpito il stupore degli italiani per la mancanzza di vita noturna in Albania.
    In comparazzione con Macedonia, Bulgaria, Romania , ex.URSS etc non siamo tanto lontano.Anche in questi paesi ,la mentalita` somiglia a quello di Albania.

  9. #9
    ABSOLUT JUSTICE Maska e Piranha
    Anėtarėsuar
    11-07-2004
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    Ikur drejt forumeve te lira
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    478
    Edhe mua me vjen shume keq qe Shqiperia eshte katandisur ne nje situate te tille (per mendimin tim te pakthyeshme te pakten deri ne 2030)....Kot nuk e ka thene populli qe gjerat e mira behen avash avash....Edhe une kam shume deshire te jetoj ne Shqiperi por nuk me vjen te rri me shume se 1 jave....eshte me te vertete e pajetueshme....mungojne gjerat baze dhe egzistojne gjerat e luksit....cfare ekstremizmi!!!!!!!??????
    Kam nje keshille per ata qe nuk jane dakort me ate qe eshte shkruar nga zonjusha Niccolai: perpiquni ti besoni dhe te pranoni pershtypjet,kendveshtrimin dhe keshillat e nje te huaji sepse aty do te gjeni me te vertete realitetin shqiptar....
    Te me falin antaret e huaj nqs nuk kuptojne....

  10. #10
    i/e regjistruar Maska e leci
    Anėtarėsuar
    14-01-2003
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    1,742
    Sig. Nicolai nuk po e perbuz Shqiperine sepse ajo jeton atje.Shpreh vetem mendimin e saj mbi situacionin aktual.Ndoshta ju jetoni ne Hene sepse problemet e vendit tone nuk i shihni.
    Ata qe perbuzin shqiptaret jane bashkekombesit ne Italie te sig.arianna dhe me injorancen e tyre perhapin urrejtjen dhe xenofobine.



    Arianna
    Meqe paske te fejuarin shqiptar dhe per kete kam respekt, po te pergjigjem sepse nuk humb kohe me njerez te rangut tend.
    Une jam shqiptar e jo tarrone,edhe pse duhet te kesh turp per keto fjale.Kur i uron te keqen bashkekombesit tend ēfare mund te presim ne te tjeret nga njerez si puna juaj.Normael qe andej nga Vercelli valet kane veshtiresi te arrijne.

    Cara arianna
    Il tuo linguaggio rozzo e vile non fa altro che dimostrare il tuo basso stato intellettivo. Io sono albanese, ma forse te lo dovrei spiegare perché vedo che hai enorme difficoltą nel comprendere le mie parole. Non m’interessa discutere con te perché c’e una differenza abissale tra noi. Io sono albanese e so scrivere e capire meglio di te l’italiano.
    Ma in ogni modo e tempo perso discutere con te.Non me ne frega niente di quello che pensi dei tuoi paesani italiani meridionali ,perchč io sono ALBANESE con la A maiuscola
    Tanti saluti con cortesia come si usa da noi nel nord che conta,cioe Emilia Romagna.. . mo ciao bella gnocca..

    p.a. alban
    i perktheva artikullin e pare nje anetari sepse ma kerkoi.Po te me kishin kerkua te perktheja shkrimin e te fejuares tende do ta kisha bere pa problem
    Gjithe te mirat
    Quod timor cladis.
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