Shkrimin e meposhtem e gjeta ne nje forum shqiptar dhe mendova ta postoj ketu meqenese tema e turizmit eshte e miretrajtuar. Eshte nje shkrim i pare me syte e nje te huaji dhe ka nje vertetesi rrenqethese dhe te le te kuptosh se ne Shqiperi turizmi ka vajtur dem; se asnje gje nuk u be ashtu sic u tha, sidomos ne Durres.
Shkrimi eshte ne italisht. Eshte pak i gjate, por ja vlen.
Turisti in fuga
Francesca Niccolai*
Sono italiana e vivo a Durazzo. Frequento lAlbania dal 1999. Ho ricevuto diverse visite da parte di amici italiani, nessuna delle quali e andata a buon fine nella promozione turistica del Paese delle Aquile.
Una coppia di quarantenni e venuta a trovarmi a Tirana nella primavera del 1999, durante lemergenza Kosovo. Roberto e giornalista, Alessia e broker marittima. Appartengono al ceto medio-alto e spendono i loro weekends in Costa Azzurra, ma non hanno pregiudizi e denotano splendide capacita di adattamento ad ogni situazione. Li ho guidati nel Nord, dove lavoravo. Sono rimasti estasiati dalle bellezze naturali del Mirdita e del Mati, commentando: Peccato che unipotesi di turismo sia per ora improponibile. Certo, si capisce chiaramente che siamo in un momento politico particolare, ma comunque non e un Paese che possa piacere a tutti. Dovrebbero puntare sul turismo degli alternativi e dei giovani con tenda e sacco a pelo, ma a quelli piace viaggiare in treno e qui non e possibile. E poi mancano le citta darte, i monumenti e la vita notturna. Non sono carenze da poco. Anchio, in quel periodo, non mi ponevo il problema turismo. Non mi sembrava semplicemente realistico associare questo termine allAlbania. Resta il fatto che Roberto e Alessia hanno raccontato ai loro amici che lAlbania non e un Paese da temere o da evitare ad ogni costo, sebbene sia in condizioni disastrose.
Lanno successivo (2000) ho scoperto le meraviglie del Sud, pur restando delusa dalla tanto decantata Saranda. La cittadina turistica per eccellenza, mitizzata da tutti gli albanesi, mi lascia perplessa. I palazzi costruiti presso il porto sotto il regime comunista sono molto squallidi; e la loro fatiscenza risalta ancor piu, essendo affacciati sul mare. Deturpano un paesaggio ionico che meriterebbe solo le casette tradizionali dei pescatori (naturalmente riadattate a fini turistici) come quelle che biancheggiano lungo la costa greca e corfiota. Per fortuna, il litorale e prodigo di perle e posso godere delle meraviglie di Manastir, Ksamil, Butrinto.
Purtroppo, non ce spiaggia esente dal problema della spazzatura: mancano cestini e pattumiere, certo, ma manca soprattutto il senso civico dei bagnanti. Ovunque si vedono adulti e bambini gettare rifiuti sui ciottoli, tra gli scogli e tra i cespugli dagave e di ginestra. Mi chiedo quanti dei miei amici, in Italia, potrebbero apprezzare di trascorrere le loro vacanze in queste condizioni. Non importa che gli hotels siano a 2, 3 o 4 stelle, importa cosa si trova fuori. Mi domando a chi piacerebbe stendersi tra bottiglie, lattine, cartacce e angurie rosicchiate; stendersi accanto a gente cosi poco civile. Perche, con lampia disponibilita di suggestivi borghi antichi che costellano Italia, Francia, Spagna, Croazia, Montenegro, Marocco, Grecia dotati di spiagge curatissime- i turisti stranieri dovrebbero optare per lAlbania?
Il Sud offre certamente qualche spunto interessante, ma e comunque troppo poco. Non si riesce a tenere pulito neppure il parco di Syr i Kaltėr; i monasteri di Mesopotam, Kakome, Krorez, Ciflik, versano in condizioni pessime e non sono visitabili allinterno; le vie daccesso ai luoghi darte sono difficilmente praticabili e manca la segnaletica per individuarli e raggiungerli. Questa situazione non puo soddisfare ne il turismo di massa ne quello alternativo e colto.
Inizia nel frattempo la devastazione di Durazzo e della sua costa. Il nuovo business degli albanesi e ledilizia. Si tratta di un vero e proprio massacro, che emerge in tutta la sua drammaticita nel 2001.
Mancavo da Durazzo da qualche mese. Mi precedono, a meta primavera, quattro conoscenti italiani in missione lavorativa. Sono tutti tipi sportivi, avvezzi a zone ben piu difficili dellAlbania. Al ritorno, mi riferiscono: E ridotta proprio male, la tua Durazzo. Ce una speculazione edilizia di proporzioni spaventose. La spiaggia di Golem e uno strazio, tu parlavi di pinete, ma di pini ne sono rimasti ben pochi. Ci sono solo hotels, hotels, hotels, ma poi a chi serviranno? Non si puo neppure parlare di progetti per il turismo responsabile, perche mancano le zone incontaminate, come invece avviene in altri Paesi poveri. Posti come lEcuador e il Nicaragua, pur essendo mal ridotti, hanno almeno conservato la natura vergine e i villaggi tradizionali, ma in Albania e un disastro, non si sa proprio cosa offrire ai turisti, anche a quelli piu alternativi. Stanno distruggendo lunica fonte di ricchezza che avrebbero. Uno di loro si spinge piu avanti: Se porto mia moglie a sprecarsi le ferie qui, chiede il divorzio!
Torno a Durazzo poco dopo. A costo di sembrare stupida, confesso che la mia prima reazione sono state le lacrime. Non riconosco i luoghi che amo. Non un angolo della citta, non una piccola porzione del litorale, restano esenti dallo scempio. Il tempo mi dimostra che il fenomeno e in ascesa vertiginosa e sembra inarrestabile. Questo effetto domino somiglia molto a quello delle finanziarie piramidali: porta facili guadagni, si espande in maniera costante e non e economicamente sostenibile. Quindi, e destinato prima o poi ad implodere.
Conoscendo i gusti delle persone che frequento in Italia, non invito piu nessuno.
Nel 2002 mi concedo una vacanza in Montenegro. Il contrasto con lAlbania e indescrivibile: scopro un piccolo popolo innamorato della sua terra, che la rispetta e la protegge come se fosse una madre. Vedo citta darte e deliziosi villaggi curati fino al fanatismo, dove labusivismo edilizio e praticamente sconosciuto e ligiene ambientale e spinta ai massimi livelli di civilta. Mi muovo tra gruppi di danesi, norvegesi, tedeschi, francesi, italiani, irlandesi, russi, sloveni, tutti assetati di bellezze naturali e di luoghi dinteresse storico, artistico e culturale. Nessuno di loro e alla ricerca di hotels a 4 stelle; sono affascinanti allidea di dormire nelle piccole pensioni ricavate allinterno di case del sec. XVIII o nelle stanze affittate dalle ospitalissime famiglie montenegrine. E il turismo vero, quello di chi vuole conoscere, visitare, vivere le tradizioni di un luogo sconosciuto. E il tipo di turismo di cui hanno bisogno tutti i Balcani, per vincere i pregiudizi degli occidentali. Un turismo giovane, curioso, aperto, coraggioso, cui bisogna garantire le migliori condizioni ai minimi prezzi.
La primavera scorsa, Roberto e Alessia tornano in Albania per motivi di lavoro. Confessano candidamente che, se non fosse stato per quello, non sarebbero mai piu venuti qui. Rimangono colpiti dal radicale cambiamento di Tirana: Non sembra piu la stessa citta che ricordavamo, questo e un vero miracolo! Che esplosione di colori! E che bel lavoro stanno facendo lungo il Lana! La citta ha proprio unaltra faccia, tra poco potra davvero dirsi una capitale europea.
Non apprezzano invece i mutamenti della pianura fra Tirana e Durazzo: Ma che disastro e questo? Cosa sono questi orrendi bungalows col tetto piatto? Erano meglio i bunker... Ma cosa e successo, hanno tutti costruito la casa dove gli pare? Hanno parcellizzato tutta la pianura? Perche non hanno costruito un nuovo insediamento, lasciando le terre libere da costruzioni e usandole per coltivarle? Cosi e unorrore, la pianura ha unaspetto frammentario, sembra una grande citta dilatata, senza densita, con questi miseri tuguri disseminati qua e la. Sembra tutta una grande favela brasiliana.
Spiego loro che questi miseri tuguri col tetto piatto sono le case degli immigrati interni, venuti dalle povere aree di montagna. Questa gente non ama vivere in condominio. Hanno la mentalita da campagna, da villaggio, e hanno importato le loro regole e abitudini rurali anche qui, nella zona tra le due principali citta dellAlbania. Le famiglie sono microcosmi chiusi, non vogliono vivere vicino ad altri, vogliono casette indipendenti con la terra intorno, per mantenere la tradizione di coltivare un orto e magari tenere una mucca. E preferiscono morire di fame piuttosto che sentir parlare di una nuova collettivizzazione delle terre, anche se puramente formale e volta ad un reale sviluppo agricolo ed economico. I miei ospiti mi guardano increduli. So che e difficile capire.
Si trattengono a Durazzo solo un giorno. Povera citta, cosa le stanno facendo! E incredibile come nello stesso Paese si migliori cosi tanto una citta come Tirana e si lasci completamente andare Durazzo, che e la facciata marittima. Ma cosa sono, dei megalomani? Cosa credono di essere, Hong Kong o Miami Beach? Non siamo in Florida e nemmeno in California, siamo in Albania! Non possono permettersi di rovinare in questo modo la natura e le citta con un po di storia, che sono lunica ricchezza. Facciamo una passeggiata sul lungomare della Vollga, ingombro delle macerie dei chioschi abusivi abbattuti a dicembre. I commenti sono sarcastici: Sembrano quelli che cambiano i rubinetti in una casa col tetto che sta crollando. Altro che chioschi, qui ce qualcosaltro da buttare giu! Ma era proprio necessario costruire questi mostri in riva al mare? Coprono completamente la vista di questa verde collina e della Villa di Zogu! Non potevano limitarsi a palazzine piu basse, massimo quattro piani?
Aperitivo e cena a Currila. Un tempo, il posto era magnifico, ma ora non resta che lombra del passato splendore. La strada e terribile, ingombra dei cumuli di terra estratta per gettare le fondamenta dei nuovi palazzoni. Per arrivare al ristorante si passa attraverso un ex villaggio turistico del periodo comunista. Le casette cadono ormai a pezzi, ma sono state occupate abusivamente dagli immigrati interni. Si contemplano scene di degrado e poverta inimmaginabili, si tocca la superficie piu ruvida della vita. Difficile, dopo, mangiare rilassati. Poco dopo mezzanotte ci alziamo da tavola. Noti nottambuli, abituati alle faville di Antibes e di Cannes, Alessia e Roberto mi chiedono se sia possibile bere lultimo drink da qualche parte. Rispondo che sara dura, data lora. Ma e sabato! Come possibile che non ci sia neppure un posticino aperto? Elemosiniamo un gin-tonic ad un bar col cancello gia chiuso. Siamo italiani, ci concedono la grazia. Beviamo in fretta, mentre i camerieri fanno le pulizie. Propongo di andare a Tirana, ma rifiutano: Tirana, sembra che qui ci sia solo Tirana! Uno deve poter bere qualcosa dove gli pare, in ogni citta. Non sono le 6 del mattino!
Il giorno dopo, alla partenza, chiedo se torneranno, per pura vacanza, durante lestate. Qui potranno trovare hotels di ogni genere e livello, cogliendo loccasione per visitare il famosissimo Sud. No, non vale la pena. Abbiamo visto le foto del Sud e non e poi cosi bello. A cosa servono gli hotels in una natura distrutta? Nemmeno alle Maldive e ai Caraibi ci sono cosi tanti hotels. Qui dovevano prima trovare il modo di far venire la gente, e dopo pensare agli hotels. E poi, scusa, ma non vogliamo passare i 20 giorni di ferie in mezzo a gente tanto arretrata. Non possiamo immaginare come si comportano alla spiaggia. Se qui la famiglia e importante come dici tu, credo che ci saranno tantissimi vecchi e bambini. Non e questo il modo di andare al mare che piace a noi. Meglio non vedere gente che mangia la pasta nei piatti di carta e copre gli ombrelloni con le lenzuola per dormire il pomeriggio... basta andare al mare in certi posti del Sud Italia, per assistere a queste belle scenette. Perche sprecare i soldi dellaereo?
Qualche giorno fa, lultimo colpo. Un amico trentacinquenne ha deciso di trascorrere le sue vacanze in Albania. E il primo tra i miei conoscenti che venga qui non per lavoro, ma per puro turismo. Si chiama Giorgio, e laureato in Lettere, specializzazione in Arte Contemporanea; oggi collabora con due dei principali musei di Genova ed e fra gli organizzatori della manifestazione Genova, capitale della cultura europea nel 2004. Da anni, Giorgio trascorre le ferie estive nellEuropa orientale, che adora. Ha viaggiato nella Germania dellEst, in Polonia, nelle repubbliche baltiche, in Ungheria, nella Repubblica Ceca, in Slovacchia, in Romania, in Slovenia. Alcuni di questi Paesi versano in condizioni economiche disastrose, ne sono pronti ad accogliere un turismo strutturato. Viandante alla ricerca dellinconsueto, Giorgio e sempre rientrato soddisfatto dallex blocco sovietico. Ha portato con se albums zeppi di fotografie e ha intrattenuto gli amici con vivide descrizioni di quelle lande remote, invogliandoli ad esplorarle.
DallAlbania non si aspetta molto, ma e ugualmente ottimista. La sua opinione mi interessa moltissimo, e il mio primo turista intenzionale e vorrei che non restasse deluso. Invece, il suo sbarco a Durazzo e uno shock.
Un giro sulla Vollga: Mi avevi detto che stavano costruendo, ma non immaginavo che la speculazione edilizia potesse arrivare a questi livelli!
Una visita del centro, attraverso i boulevards e nelle stradine limitrofe. Camminiamo nelle rrugice e non vediamo altro che cantieri di scavo per gettare le fondamenta di nuovi palazzi: Che meraviglia erano le case tradizionali di Durazzo e le palazzine italiane degli anni 20 e 30! Ma ora questa citta non e piu leggibile, non riesco a capirne la fisionomia. Tutti questi palazzoni sono soffocanti, non so come puoi vivere qui.
Noto che Giorgio, munito di ben due macchine fotografiche professionali, non sta facendo neppure uno scatto. Brutto segno...
Lo guido poi verso larea archeologica. A parte la torre veneziana, riadattata a bar, so bene che tutto il resto e mal conservato e scarsamente leggibile. Negli anni passati avevo raccolto materiale di studio sulle vestigia antiche di Durazzo, ricavandone una serie di schede sui singoli monumenti. Giorgio le aveva lette e apprezzate, ma limpatto live con la kalaja e i suoi tesori si e rivelato ancora una volta deludente. Il bastione bizantino e le sue torri cadono a pezzi, non sono valorizzati e sono soffocati dagli edifici abbarbicati sul lato interno. Il castello sulla collina sembra proprieta privata di quanti hanno costruito le case entro il suo perimetro, sia presso la torre circolare, sia presso quelle ottagonali. Queste ultime sono talmente soffocate da non essere neppure fotografabili. Il panorama della citta dallalto della fortezza risulta in effetti molto deprimente.
Scendiamo quindi verso lanfiteatro: Questo e davvero un monumento maestoso. Lo usano per qualcosa? Fanno qualche spettacolo teatrale o dei concerti? Sembra lideale anche per un cinema allaperto. A proposito, qui ce un cinema estivo? Sono costretta a rispondere che lanfiteatro non serve a nulla e che a Durazzo non esiste un cinema estivo. Nel frattempo penso, con tristezza, ai festivals cinematografici e teatrali che si tengono nelle fortezze medievali di Herceg Novi e di Budva, ravvivando le estati del Montenegro, solo a pochi chilometri da qui.
Mentre ci avviamo verso casa, costeggiando gli scheletri in formazione dei prossimi giganti di cemento, Giorgio commenta: Non mi pare proprio che abbiano intenzione di fermarsi, vero? Quella che mi hai fatto visitare e una citta stravolta, sfregiata, deturpata, invivibile.
La serata trascorre noiosa. Durante lora del xhiro, una marea di persone si riversa nelle vie del centro, ma non ce aria di vera movida. Tutti camminano spediti, le ragazze sfilano rapide, nessuno si ferma a parlare con gli altri. Si tratta soprattutto di famiglie, mentre i giovani siedono ai tavolini dei bar. Sbaglio o nei bar ci sono solo uomini? No, in pochissimi locali ci sono anche coppie e gruppetti di sole ragazze, tutte giovanissime. Ma non ce comunicazione tra la gente, i gruppi restano chiusi e manca ogni interazione tra le persone di sesso diverso. Dopo le 21, restano solo gli uomini. Ma questo e un vero e proprio apartheid! E molto fastidiosa questa separazione cosi netta tra maschi e femmine. Da unidea di arretratezza profondissima. E poi, con quale piacere un turista uomo puo entrare in un bar di soli uomini? E una turista donna cosa dovrebbe fare? Bere un drink circondata di maschi che la mangiano con gli occhi? Come potrei consigliare a una mia amica di venire qui? Capisco perche gli albanesi diventano violenti: stando solo tra uomini, finisce che si ubriacano e che poi scoppia qualche lite.
Alle 23 i locali di Durazzo sono tutti in chiusura. I gestori guardano nervosamente chi si dilunghi a terminare il suo drink, lasciando intendere che il closing time e arrivato. Ma perche fanno cosi? E proprio strano questo Paese. Non ce vita, non sono assolutamente allegri e festaioli. Pensa che, perfino in Slovacchia, anche nei villaggi piu poveri e sperduti, tutti hanno voglia di divertirsi e di fare tardi: basta che qualcuno porti una damigiana di grappa e che ci sia un po di musica, e poi si balla tutta la notte. Cerco di spiegargli che gli albanesi sono molto ancorati ale loro abitudini e amano ritirarsi presto, per potersi alzare il mattino dopo alle 7, come si usava sotto il regime comunista. Sara difficile che cambino i loro bioritmi, anche a costo di offrire ai turisti citta morte e drammaticamente deserte prima della mezzanotte.
In extremis, penso di portarlo verso la Plazh, dove sicuramente ce qualche locale ancora aperto. Gli descrivo il tipo di bar e di persone che frequentano il quartiere lungo la costa a sud di Durazzo, gli prospetto leventualita di trovare qualche discoteca allaperto affollata di teen-agers. La risposta e, naturalmente, no grazie. La domanda logica e conseguente e: Perche la gente di trenta-quarantanni non si vede in giro? Non fanno vita notturna? Rispondo che questa non e lItalia e che qui i nostri coetanei hanno gia due o tre bambini, quindi restano a casa con i piccoli e ne seguono i ritmi di vita, sacrificando i divertimenti. In Albania si passa direttamente dalladolescenza alla vita di famiglia, non ce spazio per i singles o per le coppie di trentenni senza figli, come nel resto dEuropa.
Il giorno dopo, porto Giorgio a Kruja. Lo squallore e il degrado di Fushė-Kruja non sono certo un buon biglietto da visita, ma rappresentano linevitabile anticamera della cittadina di Skėndėrbeu. Il paesaggio e splendido, ma i palazzi edificati sotto la dittatura stridono terribilmente con il contesto naturale. Enver non pensava ad uno sviluppo turistico, vero? Per fortuna, il castello e ben conservato e il museo, pur povero, ricopre un certo interesse. Giorgio sinnamora del piccolo borgo racchiuso entro le mura della kalaja, con le case tradizionali e le viuzze lastricate. Se lAlbania fosse tutta cosi, sarebbe splendida. Ma purtroppo mi sembra un caso isolato. Un turista deve poter leggere le tradizioni di un Paese e le case antiche sono unimportante testimonianza. Tolte quelle, la Storia scompare. Non bastano le mura di qualche fortezza o i resti rasi al suolo di qualche chiesa. Le case antiche parlano della vita quotidiana di un Paese nel passato, delle sue tradizioni. Ma non basta un posto come questo per salvare la situazione.
Il tardo pomeriggio e la serata trascorrono a Tirana. Giorgio apprezza leleganza e il rigore delle arterie e degli edifici realizzati durante il Ventennio fascista, ravvivati da variopinte e sgargianti tonalita: Splendida trovata! Questa rischiava di sembrare una delle tante capitali dellEst, grigia, rigida, opprimente. Ma questi colori le imprimono un marchio di particolarita che, piaccia o non piaccia, ne fanno un unicum. Unidea geniale per salvare una situazione poco allegra.
Anche la vita notturna di Tirana e unaltra cosa rispetto a quella di Durazzo: Incredibile. In tutto il mondo, destate, sono le citta di mare a vivere di piu, mentre qui bisogna scappare dalla costa verso linterno, se si vuole trovare qualche diversivo.
E tuttavia Giorgio nota che anche nella vita sociale della capitale qualcosa non va: Sono tutti giovanissimi anche qui. Sembrano solo universitari. Oppure ci sono famiglie, come a Durazzo. Non vedo molta differenza tra le due citta, tranne che qui ce piu gente e ci sono piu ragazze. E vero, qui la differenza la fanno solo gli universitari, ma a noi che abbiamo dieci o quindici anni piu di loro, non fa piacere frequentare i locali per giovanissimi. Non ci sono ritrovi per adulti, tranne le pasticcerie per famiglie e i bar per soli uomini. Spiego a Giorgio che quello dellAlbania e prima di tutto un problema sociale. Finche non esisteranno i singles e soprattutto le singles, finche la mentalita dei maschi albanesi non sara cambiata, non potra esistere una vita sociale normale.
E poi sono tutti bar con i tavolini, pochissimi con il bancone lungo allamericana. Perche? Lo porto in un locale con il banco come piace a noi, dove bere in piedi o sugli sgabelloni. Siamo gli unici, tutti gli altri stanno ai tavolini. Nessuno ha interesse o piacere di parlare con noi, manca lelemento socializzante. Forse credono che siamo una coppia e hanno paura di irritare luomo, come avviene tra albanesi. Inoltre, le persone sono molto diffidenti: nessuno ha voglia di stringere nuove amicizie e coinvolgere qualcun altro nella propria chiusissima cerchia.
Mi rendo conto che questo Paese non e pronto ad accogliere il turismo neppure sotto laspetto sociale, non solo paesaggistico. Non mi stupisce pertanto che il mio ospite mi chieda, improvvisamente, di accompagnarlo in Macedonia il giorno dopo. Insisto blandamente, ventilando il solito viaggio nel Sud, ma non ce nulla da fare: Voglio visitare qualcosa, voglio vedere posti veramente belli, che arricchiscano, che lascino dentro di me qualche ricordo significativo cui pensare durante linverno. Questo Paese e buono solo per un sociologo, non per un turista qualsiasi, colto o ignorante, ricco o povero che sia. LAlbania e proprio un caso europeo.
Trovo che i giudizi e la fuga di Giorgio siano un po frettolosi, ma so in cuor mio che sono assolutamente leciti. Le sue opinioni sono le mie, le sue impressioni, rapidissime ed incisive, sono vere. So che il Sud lo deluderebbe, so che nessuna Himara, nessuna Dhermi e nessuna Butrinto valgono un passaggio obbligato attraverso lo squallore della Myzeqea, attraverso le desolate piane palustri di Lushnja e di Fier, per non parlare di Ballsh e di Tepelena. Non gli piacerebbe la cementificazione di Saranda, non gli interesserebbero i nuovi hotels della costa di Valona. E lo stesso vale per il Nord: nessuna Velipoja vale il panorama surreale di Lac e di Lezha.
Limpatto sul turista e fondamentale: chi arriva via mare non deve trovarsi davanti la barriera di palazzoni che deturpa e nasconde Durazzo; nessuno dovrebbe mai vedere il degrado delle aree sopra menzionate; e assai ingenuo sperare che qualche oasi di bellezza valga un viaggio in Albania da parte degli stranieri.
Nel dirigerci verso Qafė e Thanės, ci fermiamo unora allo Shkėmbi i Kavajes. Voglio dare a Giorgio il colpo definitivo, mostrandogli il turismo da spiaggia. Quanta gente ce qui. Che bel quadretto folkloristico! E interessante vedere i costumi tradizionali albanesi in riva al mare, ma non vedo come qualcuno potrebbe viversi serenamente un giorno di spiaggia in questo contesto.
In effetti, come avevano previsto e temuto Alessia e Roberto, la spiaggia e piena di di bambini urlanti accuditi da grasse donne anziane completamente vestite con sgargianti bluse e lunghe gonne a fiori, talvolta su ampi pantaloni alla turca. In testa portano fazzolettoni bianchi o colorati. Si tratta di turisti albanesi del Kosovo, i soli soddisfatti di quanto Durazzo puo offrire. Lanno scorso sono arrivati in 23.000, giustificando la costruzione di nuovi, orribili hotels lungo tutta la costa praticabile della povera Albania; questanno se ne attendono almeno 40.000, il doppio.
Il Paese delle Aquile, contraddistinto da una cronica mancanza di lungimiranza, pensa solo al presente, non al futuro. Sta plasmando e devastando la propria costa in base alle immediate esigenze di questo tipo di turismo, che non e ne alternativo ne elitario.
Questi unici turisti dellAlbania cercano cio che non hanno mai avuto nella vita, vale a dire il miraggio di lussuosi hotels in riva al mare, poco importa se messi tutti in successione come squallide villette a schiera. Sognano una spiaggia amica e sorella non quelle montenegrine, croate o greche- dove potersi comportare liberamente, senza la minima formalita esteriore.
Ma daltronde, quali altri turisti potrebbero accettare, per motivi igienici, di camminare su una spiaggia dove montagne di spazzatura vengono accumulate durante il giorno e incendiate durante la notte, disperdendo le polveri tossiche in mare e sulla sabbia? Dove cani randagi e rognosi si spulciano tra le chaises-longues (e ammazzarli a fucilate non e la soluzione giusta...!)? E cosa dire delle basse acque della Plazh, coperte da una distesa di escrementi, sgradevole alla vista e allolfatto? I colibatteri fecali possono causare gravi infezioni gastrointestinali o perfino uccidere. Le persone di buon senso agiscono di conseguenza, rinunciando alla spiaggia o abbrustolendo al sole senza potersi bagnare.
Mentre percorriamo la Via Egnatia, Giorgio conclude amaramente: Questo Paese deve pensare ad altre fonti di guadagno, prima che al turismo. Ci sono altre cose, come il rilancio agricolo e commerciale; ci sono immense pianure incolte, in abbandono; puo avere un futuro come piazza logistica del Corridoio 8. Ma non vedo davvero un futuro turistico. Daltronde, la mentalita e la tradizione turistiche non simprovvisano. Lasciamo stare Italia e Grecia, pensiamo solo ai Balcani adriatici: Tito aveva accuratamente progettato uno sfruttamento turistico della sua disgraziata Jugoslavia, ecco perche ancora oggi possono vivacchiare di quello. Bisogna essere nati in mezzo alle antichita, bisogna ereditare dal passato delle citta darte, perche la cultura non nasce ex novo. E come pretendere di andare direttamente alluniversita, senza nemmeno saper leggere e scrivere. Noi siamo cresciuti fra fori romani e chiese medievali, fra palazzi barocchi e ville neoclassiche. Noi distinguiamo il bello dal brutto, perche il nostro gusto e stato educato in questo senso. Ma cosa puo capire, chi non ha mai visto niente del genere? Questa gente vuole il nuovo e lomniconfort ad ogni costo, perche e sempre meglio dei tuguri di argilla delle campagne e dei palazzi di Enver nelle citta. Mi sembra un popolo ingenuo, fanciullo, attratto da ogni cosa nuova, moderna, tecnologica. Ma qui finiamo ancora nella sociologia e non e il nostro settore.
Ieri Giorgio mi ha scritto dalla Macedonia, che gli e piaciuta davvero. Qui ha trovato larte, la natura, i divertimenti e il tessuto sociale adatti a soddisfare le sue esigenze. Sconsigliera vivamente ai suoi amici di venire in Albania, pubblicizzera invece la Macedonia.
La visita di Giorgio mi lascia con lamaro in bocca, ma dovrebbe far riflettere.
So che per lAlbania sara difficile diventare un polo dattrazione per gli occidentali. Mancano le citta darte e i pochi monumenti di pregio vengono deliberatamente distrutti. I centri storici non sono protetti ne valorizzati. Lo stesso accade con le bellezze naturali. I lembi di costa piu accessibili sono stati accanitamente cementificati; quelli inaccessibili e a questo punto speriamo che lo rimangano...- sono sconosciuti ai piu, perfino agli stessi albanesi. Il concetto di turismo e miope e pretenzioso. Ci si ostina a vivere secondo il carpe diem, sperando che il flusso di turisti dal Kosovo continui in eterno. Ma prima o poi, non appena arricchitisi, cambieranno destinazione e si volgeranno alle mete esotiche. E a quel punto, sara impossibile trovare un altro bacino dutenza turistica, a meno che lAlbania non escogiti qualche vera attrattiva, previo il recupero dei suoi splendidi, ma brutalmente sfregiati paesaggi. Serviranno, a quel punto, soluzioni coraggiose e radicali.
*Autorja e dokumentit tė mėposhtėm jeton nė Shqipėri. Mė duket me shumė interes kjo analizė e degradimit tė vlerave turistike tė Shqipėrisė, bėrė nga njė njeri qė nuk po e viziton Shqipėrinė si turist, por as ka lindur atje.
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