Mayemi ...č da tempo che volevo scriverti .
Mi hanno tradotto quello che hai scritto, e sono rimasta colpita dall'enfasi con cui hai preso la mia difesa.
Devi essere una persona speciale. Intanto grazie per la solidarietą tra l'altro ben riposta.
Io sono la persona meno razzista che possa esistere e ti spiego subito i motivi:
Sono stata dall'altra parte della barriccata per anni.
Mio padre ha deciso quando avevo 2 anni di "emigrare" al nord
in cerca di lavoro . Ho frequentato le scuole elementari in tre scuole e tre cittą del nord Italia diverse.
Conosco la sensazione di emarginazione.Un giorno ero in classe.
La maestra ha fatto una battuta in dialetto piemontese e tutti i bambini si sono messi a ridere.
Tutti tranne una.
Sono rimasta lģ come una statua a guardarli seria seria.Non avevo capito un accidente. E mi sentivo in colpa con me stessa poichč la reazione successiva č stata una processione di scuse e maestre in imbarazzo per causa mia.
Quindi ho deciso di imparare un pņ di quel dialetto ( In Italia č diffussissimo parlare in dialetto che sono vere e proprie altre lingue) e quando avevo carpito qualcosina......Via un'altra volta.
Altro giro,altro dialetto,altri bambini!
La reazione č facile da intuire.Mi sono chiusa in me stessa per anni.Che senso aveva creare amicizie che poi avrei perduto?
Che mi importava della bellezza della cittą in cui vivevo?
Perchč dovevo essere integrata in un gruppo che non sarebbe mai stato il mio?
Perchč parlare il loro dialetto e dimenticare il mio?
Non mi sembrava un prezzo equo quello che stavo pagando.
L'ho capito molto molto tempo dopo. Quando la rabbia interiore mi
aveva creato il vuoto intorno.
Quando la gente cercava di avvicinarsi e trovava gelida cortesia.
Ho sbagliato.
Ma per fortuna sono rinsavita in tempo.
Avevo cercato essendo in Cina di obbligare gli altri a mangiare con le forchette anzichč imparare io ad usare i bastoncini .
Scusa adesso devo andare .
Continuo dopo .Tua Ale
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