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  1. #1

    Me duhet ndihme ne Italisht

    Me duhet te bej nje projekt ne italisht me teme : "Italia e Italiani" me duhet te gjej sa me shume informacione ne gjuhen italiane per fakte, historira, kuriozitete etj per gjithcka qe ka te beje me italine. Kam nevoje te madhe per ndihmen tuaj pasi ky projekt perben 30% te notes se lendes se italishtes .....

  2. #2

  3. #3
    ciao belli !!! Maska e donna76
    Anėtarėsuar
    30-08-2005
    Postime
    1,491
    Kete gjeta une, flet per autorin e imnit Italian Mameli . nqs gje ndonje gje tjeter do te ve...

    Se una figura umana dovesse simboleggiare con l'aspetto d'una seducente giovinezza il Risorgimento d'Italia, che pure ebbe stupendi uomini rappresentativi - Mazzini, Cavour, Garibaldi non si saprebbe quale innalzare e amare meglio che quella di Goffredo Mameli, poeta a quindici anni, guerriero a ventuno, avvolto a ventidue nella morte come nella nuvola luminosa in cui gli antichi favoleggiavano la scomparsa degli eroi.
    Stirpe di marinai soldati, figlio d'un comandante di nave da guerra e d'una leggiadra donna che aveva fatto palpitare il cuore giovane di Giuseppe Mazzini, Goffredo č il romanticismo, č il patriottismo, č sopra tutto la poesia che fiorisce sull'azione. Frequenta l'universitą, prepara i suoi esami di diritto e intanto fiammeggia nel fuoco d'italianitą de' suoi compagni, che lo sentono un capo.
    Appena giunta a Genova la notizia delle Cinque Giornate parte alla testa d'un manipolo di giovani, si batte nella campagna del '48; s'agita perché non se ne subiscano con rassegnazione le tristi conseguenze militari, mazziniano puro, con la sua Genova impaziente e intollerante verso la Torino monarchica.
    E' incerto se correre a Venezia o a Roma.
    Si risolve per Roma.
    E' di Mameli il telegramma "Venite, Roma, repubblica" in cui si invitava Mazzini a raggiungere la Repubblica Romana.
    E' a fianco di Garibaldi, ma vuole prima di tutto trovarsi dove pił rischiosamente si combatte.
    Ferito a una gamba il 3 giugno in un combattimento nel quale s'era voluto gettare a ogni costo, fu male assistito nell'ospedale dai medici che avrebbero dovuto sollecitamente amputargli la parte offesa e invece tanto tardarono che poi l'operazione non valse pił a salvarlo, ed egli spirņ il 6 luglio, un mese prima di compiere i ventidue anni, recitando versi in delirio.

    La sua poesia č poesia d'amore e di guerra: pensando a guerre come quelle, i due pił alti temi d'ogni poesia, la donna ideale e la libertą pura.
    I critici, naturalmente, rilevano le imperfezioni artistiche che non mancano.
    Ma per quel che v'č, ed č tanto, di vivo e di bello in promessa anche pił che in fatto si puņ dire che, se fosse vissuto, l'Italia avrebbe avuto in lui un magnifico poeta.
    Qui si riproducono, naturalmente, il canto indimenticabile Fratelli d'Italia che fu messo in musica del maestro Novaro e che la Repubblica Italiana d'un secolo dopo ha ripreso come inno nazionale nonostante l'elmo di Scipio e la Vittoria schiava di Roma.
    Questo brano č tratto da: I Poeti minori dell'Ottocento
    a cura di Ettore Janni - BUR 1955

    FRATELLI D'ITALIA
    Inno di Mameli o Il Canto degli Italiani
    Scritto nell'autunno del 1847
    (versione originale)


    Fratelli d'Italia,
    L'Italia s'č desta;
    Dell'elmo di Scipio
    S'č cinta la testa.
    Dov'č la Vittoria?
    Le porga la chioma;
    Ché schiava di Roma
    Iddio la creņ.

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamņ.


    Noi siamo da secoli
    Calpesti, derisi,
    Perché non siam popolo,
    Perché siam divisi.
    Raccolgaci un'unica
    Bandiera, una speme;
    Di fonderci insieme
    Gią l'ora suonņ.

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamņ.


    Uniamoci, amiamoci;
    L'unione e l'amore
    Rivelano ai popoli
    Le vie del Signore.
    Giuriamo far libero
    Il suolo natio:
    Uniti, per Dio,
    Chi vincer ci puņ?

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamņ.


    Dall'Alpe a Sicilia,
    Dovunque č Legnano;
    Ogn'uom di Ferruccio
    Ha il core e la mano;
    I bimbi d'Italia
    Si chiaman Balilla;
    Il suon d'ogni squilla
    I Vespri suonņ.

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamņ.


    Son giunchi che piegano
    Le spade vendute;
    Gią l'Aquila d'Austria
    Le penne ha perdute.
    Il sangue d'Italia
    E il sangue Polacco
    Bevé col Cosacco,
    Ma il cor le bruciņ.

    Stringiamci a coorte!
    Siam pronti alla morte;
    Italia chiamņ.

    Inno scritto nel 1847 da Goffredo Mameli e musicato lo stesso anno da Michele Novaro. Divenne Inno d'Italia nel 1946 in sostituzione della Marcia Reale, inno d'Italia dal 1861 al 1946, scritto da Giuseppe Gabetti per Carlo Alberto


    Come nacque l'inno

    La testimonianza pił nota č quella resa, seppure molti anni pił tardi, da Carlo Alberto Barrili, patriota e poeta, amico e biografo di Mameli. Siamo a Torino: "Colą, in una sera di mezzo settembre, in casa di Lorenzo Valerio, fior di patriota e scrittore di buon nome, si faceva musica e politica insieme. Infatti, per mandarle d'accordo, si leggevano al pianoforte parecchi inni sbocciati appunto in quell'anno per ogni terra d'Italia, da quello del Meucci, di Roma, musicato dal Magazzari - Del nuovo anno gią l'alba primiera - al recentissimo del piemontese Bertoldi - Coll'azzurra coccarda sul petto - musicata dal Rossi. In quel mezzo entra nel salotto un nuovo ospite, Ulisse Borzino, l'egregio pittore che tutti i miei genovesi rammentano. Giungeva egli appunto da Genova; e voltosi al Novaro, con un foglietto che aveva cavato di tasca in quel punto: - To' gli disse; te lo manda Goffredo. - Il Novaro apre il foglietto, legge, si commuove. Gli chiedono tutti cos'č; gli fan ressa d'attorno. - Una cosa stupenda! - esclama il maestro; e legge ad alta voce, e solleva ad entusiasmo tutto il suo uditorio. - Io sentii - mi diceva il Maestro nell'aprile del '75, avendogli io chiesto notizie dell'Inno, per una commemorazione che dovevo tenere del Mameli - io sentii dentro di me qualche cosa di straordinario, che non saprei definire adesso, con tutti i ventisette anni trascorsi. So che piansi, che ero agitato, e non potevo star fermo. Mi posi al cembalo, coi versi di Goffredo sul leggio, e strimpellavo, assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, sempre cogli occhi all'inno, mettendo gił frasi melodiche, l'un sull'altra, ma lungi le mille miglia dall'idea che potessero adattarsi a quelle parole. Mi alzai scontento di me; mi trattenni ancora un po' in casa Valerio, ma sempre con quei versi davanti agli occhi della mente. Vidi che non c'era rimedio, presi congedo e corsi a casa. Lą, senza neppure levarmi il cappello, mi buttai al pianoforte. Mi tornņ alla memoria il motivo strimpellato in casa Valerio: lo scrissi su d'un foglio di carta, il primo che mi venne alle mani: nella mia agitazione rovesciai la lucerna sul cembalo e, per conseguenza, anche sul povero foglio; fu questo l'originale dell'inno Fratelli d'Italia."
    "Mi dissero che per farla innamorare dovevo farla ridere. Ma ogni volta che ride, m'innamoro io."

  4. #4
    i/e regjistruar
    Anėtarėsuar
    11-07-2009
    Postime
    18
    "me duhet te gjej sa me shume informacione ne gjuhen italiane per fakte, historira, kuriozitete"
    A me sembra un po generica la domanda, in senso che č tropo ampia, cosģ sembra che vuoi scrivere una enciclopedia per l'Itali o rrugaē i vogel ,megjithate, puoi scrivere anche per gli arbresh.Tra i personaggi Arbresh (non si scrive arbereshe) pił noti sono Francesco Crispi, Girolamo De Rada, Angelo Masci, Antonio Gramsci, Benito Jacovitti, Enrico Cuccia, Stefano Rodotą, ecc ecc... Poi il nome Italia vuol dire, forse č un ipotesi, ishte alte o it alt, cioč č li larte o č li larg in poche parole il paese in alto, forse cosģ in antichita chiamavano i Abruzzi di calabria che a sua volta vuol dire-calla vria- cioč bel'tempo. puoi dire anche che gli italiani non si risparmiano a dire sempre e comunque grazie, grazie, grazie anche quando non serve o non si sa perchč cosa serve o che cosa voleva dire. Puoi dire con sicurezza assoluta che se esistono persone sulla terra che non mantengono la parola 9 su 10 tra quelli sono italiani. Comunque auguri per la tua tema. e alla prossima.

  5. #5
    i/e regjistruar
    Anėtarėsuar
    30-03-2006
    Postime
    296

    Pėr: Me duhet ndihme ne Italisht

    Italianissimo eshte nje seri dokumentaresh nga BBC e cila pervec faktit qe ndihmon per mesimin e gjuhes italiane ata qe jane ne nivel mesatar apo te avancuar, jep shume informacione, per jeten kulturen, menyren e te jetuarit ne itali. Eshte me te vetete nje dokumentar per te mesuar me shume per gjuhen italiane, Italine dhe italianet. Mire eshte te dish edhe anglisht pasi prezantuesja jep hera heres jep edhe shpjegime ne anglishte kursin kompet e keni ketu bashke me transkriptiminin por perkthimi ne shqip ende nuk eshte shtuar

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